HomeFotografiaGeishe e Samurai. Esotismo e fotografia nel Giappone dell'Ottocento

Geishe e Samurai. Esotismo e fotografia nel Giappone dell’Ottocento

Anonimo, Venditore ambulante di scope, 1880-1890 ca. © 2013 Città di Lugano - Museo delle Culture - Collezione «Ada Ceschin Pilone» - Fagioli

Palazzo Ducale di Genova ospita la mostra “Geishe e Samurai. Esotismo e fotografia nel Giappone dell’Ottocento” che presenta 125 stampe fotografiche originali realizzate dai grandi interpreti giapponesi ed europei di quest’arte, agli albori della storia della fotografia, fra il 1860 e i primissimi anni del Novecento.

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L’esposizione, che resterà aperta al pubblico dal 18 aprile al 25 agosto 2013, ruota attorno all’idea dell’uomo e della donna giapponesi, così come si sono formate nell’immaginario europeo dell’Ottocento, ritratto nelle fotografie della Scuola di Yokohama.

Il percorso espositivo seguirà un itinerario tematico, diviso in sette sezioni, intervallato da tre piccole aree che presenteranno otto preziosi album-souvenir, e indagherà il contesto paesaggistico e culturale in cui è costruita l’idea di ineffabile perfezione, in cui si muovono i protagonisti, uomini e donne, della fotografia giapponese dell’Ottocento, quindi l’universo maschile, fatto di uomini e bambini ritratti nelle loro attività di tutti i giorni.

Si procederà analizzando l’armonia del quotidiano che contraddistingue il ritratto delle donne impegnate nelle attività domestiche e di tutti i giorni, il tempo del rito e della festa, con i ritratti dei diversi operatori del sacro e le immagini delle occasioni liturgiche e cerimoniali, la bellezza sublime, che permette di cogliere le coordinate ideologiche di un modello idealizzato di bellezza femminile asiatica che s’imporrà attraverso una sorta di cliché, destinato a durare a lungo nel tempo. Chiuderanno idealmente la mostra le due sezioni dedicate agli eroi dell’ultraesotico, con i ritratti di alcuni dei personaggi tipici della cultura giapponese del tempo (sàmurai, kendoka, lottatori di sumo, tatuati), affiancati da venti rare carte da visita che ritraggono attori del teatro kabuki, e alle città senza notte, sul tema e sulla realtà storica delle donne di piacere.

La mostra, curata da Francesco Paolo Campione e da Marco Fagioli, è realizzata da Genova Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura e da Giunti Arte Mostre Musei, in collaborazione con il Museo delle Culture di Lugano.

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