“Da Giorgio Franchetti a Giorgio Franchetti” è il titolo della mostra che dal 30 maggio al 24 novembre 2013 resterà aperta al pubblico a Venezia, alla Galleria Giorgio Franchetti alla Ca’ d’Ora, curata da Claudia Cremonini e da Flavio Fergonzi.
Le opere, di due straordinari collezionisti, nonno e nipote, vengono, per la prima volta, riuniti alla Ca’ d’Oro, la dimora che il primo, il barone Giorgio Franchetti, scelse per contenere i suoi tesori poi messi a disposizione di tutti.
Accanto alle raccolte antiche del nonno, per la durata della mostra, viene esposta la non meno rara collezione di Giorgio jr che documenta, in modo esemplare, il nuovo dell’arte italiana del secondo dopoguerra.
Il percorso espositivo prende avvio dalla suggestiva corte interna del palazzo ove riposano le ceneri di Giorgio sr. e prosegue al primo piano con una sezione tutta dedicata al fondatore del Museo, alla sua famiglia e alla munifica donazione della Ca’ d’Oro e della sua collezione allo Stato, nel 1916. Cuore sacralizzato e affettivo della Collezione del Barone è la cosiddetta Cappella del Mantegna da lui ideata per accogliere il dolente San Sebastiano.
In una vita di ricerche, Franchetti sr. aveva collezionato e riunito nella rinata Ca’ d’Oro una considerevole sequenza di opere d’arte. Tra le opere di maggior prestigio della pinacoteca – che vanta anche una interessante sezione di pittura fiamminga e olandese del Cinque-Seicento con paesaggi, scene di genere e nature morte, il Ritratto di Marcello Durazzo di Van Dyck, la Venere allo specchio di Tiziano, le due Vedute veneziane di Francesco Guardi. Non meno importanti le sculture rinascimentali andatesi ad aggregare successivamente (tra cui spicca il Doppio ritratto di Tullio Lombardo) e le collezioni di medaglie, bronzetti, tappeti, arazzi, affreschi staccati e arredi lignei di diversa epoca e provenienza e una vasta sezione di ceramiche acclusa al Museo nel 1992.
La sezione, curata da Flavio Fergonzi, dedicata al nipote (II piano), ne evidenzia la passione, e la competenza, come collezionista di pittura moderna negli anni Sessanta e Settanta in area romana .
Cuore di questa parte della mostra sono le opere di grande formato di Twombly Rotella, Boetti e Paolini, oltre a capolavori come La creazione dell’uomo, La grande Odalisca di Tano Festa, Futurismo rivisitato a colori di Mario Schifano. Poi opere di scultura, tra le più significative del periodo, di Pascali, Ceroli, Fabro. Un percorso preceduto dall’esposizione di autori, da Balla a Manzoni, che il Franchetti considerava come prodromi del nuovo maturato negli anni Sessanta.