A Palazzo della Gran Guardia di Verona è in programma la mostra “Verso Monet” che intende raccontare lo studio della natura a partire dal XVII secolo, per giungere alle ninfee dipinte da Claude Monet nella prima parte del Novecento.
L’esposizione, a cura di Marco Goldin e aperta al pubblico dal 26 ottobre 2013 al 9 febbraio 2014, presenta oltre novanta dipinti e dieci preziosi disegni provenienti da alcuni tra i maggiori musei del mondo, e da alcune preziose collezioni private.
Divisa in cinque sezioni, che descrivono i momenti fondamentali legati alla narrazione della natura come fatto autonomo e indipendente rispetto all’inserimento delle figure, il percorso della mostra prende il via da “Il Seicento. Il vero e il falso della natura” proseguendo in “Il Settecento. L’età della veduta”, quindi “Romanticismi e Realismi”, poi “L’Impressionismo e il paesaggio” per approdare a “Monet e la natura nuova”.
Per cui l’esposizione trascorrerà dalle esperienze introduttive di Annibale Carracci e Domenichino, fino a quelle di Lorrain, Poussin e Salvator Rosa nel XVII secolo per documentare il passaggio dal falso al vero della natura, per andare poi nell’Olanda sempre seicentesca di Van Ruisdael, Seghers, Van Goyen e Hobbema tra gli altri, quando la verità del vedere fonda il paesaggio moderno. E una decina di disegni da Lorrain a Rembrandt, da Koninck a Van Ruisdael, segneranno l’importanza di questa tecnica nell’esplorazione diretta della natura. Per incontrare quindi subito alcuni artisti che sono stati pietre miliari per la nuova immagine del paesaggio. Per il Settecento si è scelta prima la sosta su Van Wittel, per la nascita del concetto di veduta, e poi un suggestivo, e importante, affondo veneziano tra Canaletto, Bellotto e Guardi a sintetizzare la meravigliosa età della veduta veneziana, con una ventina di opere per lo più provenienti da musei americani.
Per entrare poi nel XIX secolo, con le figure imprescindibili di Turner, Constable e Friedrich, coloro che ridisegnano l’idea della natura entro il nuovo spirito romantico. I vari realismi porteranno quindi la mostra tra la Francia di Barbizon, la Scandinavia, l’Est Europa e l’America della Hudson River School. Fino a che giunge Monet a rovesciare, utilizzando dapprima gli elementi proprio del realismo, il concetto di paesaggio dipinto. E lasciandosi così affiancare dai compagni impressionisti e post impressionisti, da Renoir a Sisley, da Pissarro a Caillebotte, da Degas a Manet. Per giungere alle esperienze fondamentali di Van Gogh, Gauguin e Cézanne.