“Gabriele Basilico. Fotografie dalle Collezioni del MAXXI” è il titolo della mostra che dal 28 novembre 2013 al 30 marzo 2014 rimane aperta al pubblico al MAXXI di Roma, a cura di Giovanna Calvenzi e Francesca Fabiani.
In esposizione 70 fotografie tutte in grande formato del grande maestro italiano della fotografia recentemente scomparso, provenienti dalle collezioni del MAXXI e che raccontano la lunga e felice collaborazione tra il museo e Gabriele Basilico.
La mostra è articolata in cinque sezioni che evidenziano l’interesse di Basilico per il linguaggio architettonico e la sua straordinaria capacità di interpretare la città e i suoi continui cambiamenti.
Atlante italiano 003 Ritratto dell’Italia che cambia, del 2003, è una ricerca sul paesaggio a cui Basilico contribuisce indagando le due sponde dello stretto di Messina, tra Sicilia e Calabria, privilegiando una visione allargata e rialzata che abbraccia interamente il paesaggio.
Sguardi contemporanei. 50 anni di architettura italiana: un ‘gioco’ per rileggere con nuovi sguardi l’architettura italiana del secondo Novecento a cui Basilico partecipa documentando con un punto di vista fortemente prospettico, gli Uffici della Zanussi a Porcia (PN) realizzati da Gino Valle nel 1957-61.
Cantiere d’autore. Architettura e fotografia per il MAXXI in progress: campagna fotografica dedicata al cantiere del MAXXI e alla sua evoluzione, di cui Basilico ritrae la fase conclusiva nel 2009 realizzando un ritratto accurato e partecipato del museo; fotografie che mettono in luce l’identità in formazione della struttura progettata da Zaha Hadid.
Le architetture di Luigi Moretti: campagna fotografica sui progetti realizzati dall’architetto romano in occasione della mostra Luigi Moretti. Dal razionalismo all’informale inaugurata nel 2010. Immagini di straordinario rigore compositivo, emblematiche del suo interesse morfologico e formale per le architetture.
Le città: questa sezione comprende la serie di quindici fotografie della Collezione MAXXI Arte che testimonia la ricerca di Basilico sulle trasformazioni del paesaggio urbano tra il 1980 e il 2003: si tratta di alcune tra le più intense immagini del fotografo, dalle prime esplorazioni sulla sua Milano, agli scatti dedicati alle città italiane, alla visione di Roma tra rovine antiche e nuove architetture, fino ad arrivare a Beirut, a cui il fotografo si rivolge recuperandone l’identità al di là delle evidenti ferite di una guerra appena conclusa.
Completa l’esposizione il film-documentario inedito del regista e architetto israeliano Amos Gitai dedicato al fotografo.