Alla Fondazione Stelline di Milano dal 23 gennaio al 23 febbraio 2014 (prorogata fino al 9 marzo 2014) resterà aperta al pubblico la mostra antologica che ripercorre l’opera dell’artista italo-francese Jean-Marie Barotte.
L’esposizione, curata da Chiara Gatti, è ricca di un centinaio di opere fra pezzi storici e lavori recenti e indaga la riflessione di un autore che ha saputo coniugare pittura e letteratura, ragionando sempre sul doppio registro del colore e della parola. Parola spesso intesa come evocazione di una scrittura dell’anima, di un messaggio inconscio, di una calligrafia arcaica, tracciata nella polvere della materia e depositata sulla tela. Materia che è cenere, è il risultato di una combustione lenta, di un processo di erosione, cancellazione e trasformazione di una sostanza in un’altra.
Jean-Marie Barotte nato a Milano nel 1954, dopo una lunga esperienza nel teatro, matura la decisione di dedicarsi alla pittura come sua nuova forma di espressione. Partendo da opere letterarie poetiche e filosofiche la sua pittura prende la forma di una meditazione.
Nel periodo di esposizione della mostra saranno organizzate una serie di attività di approfondimento per offrire ulteriori possibilità di conoscenza dell’opera di Jean-Marie Barrotte.