È un film che non riesce a trovare la sua strada. Nasce come commedia comica “di carattere”: il modello inconfessato è – nientemeno – il Molière del Malato immaginario, anche se poi le sintonie formali più pertinenti andranno ricercate piuttosto nelle pellicole di Verber imbastite sui contrasti di coppia, o ancora nella comicità farsesca, giocata sull’eccesso, del cinema di De Funès, da cui Supercondriaco mutua, tra le altre cose, il motivo del personaggio fuori norma in conflitto permanente con l’ambiente entro il quale si muove.
Il guaio è che il respiro dello script si rivela, sin da subito, assai fragile (gag prive di nerbo; umorismo pigramente sviluppato e distratto). Dany Boon insiste, come già aveva fatto nelle sue prove precedenti, sulla gestualità esasperata degli interpreti, privilegiando inevitabilmente le smorfie e il parossismo espressivo della propria maschera comica. Nel contempo decide di rilanciare il racconto deviandolo lungo i sentieri della commedia romantica televisiva, affiancando al protagonista ipocondriaco alla massima potenza una giovane donna sufficientemente stravagante e nevrotica, con tanto di fissa umanitaria.
La brusca inversione di registro non convince. Il ritmo si decontrae e cede a un sentimentalismo di maniera (la sdolcinatezza di certi dialoghi è a tratti decisamente irritante). A imbrogliare ulteriormente le piste, interviene un’altra improvvisa e improvvida svolta verso la parodia (dell’action), che suona falsa lontano un miglio e assolutamente non necessaria, e dove il film si perde tra funambolismi sbilenchi e inconcludenti.
Nicola Rossello
Scheda film
Titolo: Supercondriaco – Ridere fa bene alla salute
Regia: Dany Boon
Cast: Dany Boon, Kad Merad, Alice Pol, Jean-Yves Berteloot, Judith El Zein
Durata: 107 minuti
Genere: Commedia
Distribuzione: Eagle Pictures
Uscita: 13 marzo 2014
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