La Videoteca GAM di Torino presenta, mercoledì 9 aprile 2014, il video Luigimio, del 1975 di Luigi Mainolfi. In seguito all’obsolescenza del supporto, una bobina mezzopollice, era rimasta a lungo illeggibile. A distanza di trent’anni la Videoteca GAM, avvalendosi della strumentazione del laboratorio dell’Università di Udine, ha recuperato la visibilità dell’opera che entra ora a far parte della collezione del museo.
Luigimio va ad arricchire con le sue immagini la poetica espressa dall’artista negli anni Settanta. Mainolfi presentava se stesso attraverso lo stereotipo dell’artista napoletano giunto a Torino, secondo una ostentata modalità da immigrato, indossando gli abiti alla Totò – bombetta, giacca da tait e maglietta a righe.
In quegli anni ricorrono nelle opere di Mainolfi immagini di distruzione e autodistruzione, come riti fondativi di un’arte consapevole di doversi nutrire delle rovine della tradizione. L’apprendistato dell’artista diviene un percorso a ritroso, un ricercato allontanamento dalla conoscenza dell’arte e delle sue tecniche. Pittore per formazione, Mainolfi si fa scultore nel tentativo di azzerare il sapere, e divenuto scultore fa sì che il significato del suo lavoro emerga dalla distruzione delle sue opere e non dalla loro presenza nella storia.
In mostra, dal 9 aprile al 15 giugno 2014, accanto al video, verranno presentate due serie fotografiche del 1974 e del 1976/77 con alcune azioni di rottura, annullamento e rinascita dell’opera e dell’immagine stessa dell’artista.