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Mont’e Prama. Dopo 40 anni il ritorno a casa

Carlo Tronchetti sullo scavo
Carlo Tronchetti sullo scavo

I Guerrieri del Sinis, dopo 40 anni, ritornano a casa nella loro prima sede espositiva “Il Museo Archeologico Nazionale di Cagliari”.  Le statue, una delle scoperte più importanti dell’ultimo secolo dell’archeologia sarda, sono state sottoposte ad un lungo intervento di restauro da parte della Soprintendenza Archeologica presso il Centro di Restauro di Li Punti (SS).

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L’inaugurazione del 22 marzo – afferma Cristiano Carrus Sindaco di Cabras – rappresenta il primo passo alla valorizzazione del patrimonio di Mont’e Prama, si tratta infatti della mostra introduttiva che prevede all’interno della struttura attuale del Museo Civico l’esposizione di sei statue e quattro modelli di nuraghe. Un processo che si concluderà con l’esposizione definitiva di tutte le statue, ad eccezione di tre statue che saranno esposte presso il museo nazionale di Cagliari al fine di documentare i tipi scultorei rinvenuti, nel nuovo Museo di Mont’ e Prama. A Sassari invece non è prevista l’esposizione di nessuna scultura ma sarà possibile, attraverso un sistema informatizzato, ripercorrere il restauro.

Il rinvenimento delle sculture avvenne casualmente nel marzo del 1974 quando l’aratro di un contadino, nelle campagne di Cabras (Or), riportò in superficie la testa di una statua e di altri elementi in pietra.

I successivi interventi di scavo e di recupero, tra il 1975 e il 1979, curati dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici di Cagliari e Oristano e dall’Università degli Studi di Cagliari, portarono alla luce una necropoli e numerosi frammenti scolpiti in arenaria gessosa ritrovati accanto e sopra le sepolture.

Nel 2007, grazie allo stanziamento dei fondi del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e della Regione Sardegna, il restauro degli oltre 5000 frammenti fu affidato al CCA, Centro di Conservazione Archeologica di Roma, presso il Centro di Restauro e Conservazione di Li Punti a Sassari, sotto il coordinamento della Soprintendenza per i Beni Archeologici per le province di Sassari e Nuoro, in collaborazione con quella di Cagliari e Oristano.

Le statue antropomorfe, alcune alte oltre due metri, sono tutte maschili e raffigurano in maggior parte i cosiddetti “pugilatori” riconoscibili da un guanto armato e scudo protettivo tenuto sopra la testa, gli “arcieri” con arco sulla spalla e i “guerrieri” armati con uno scudo rotondo. Altre sculture rappresentano modelli di nuraghi.

La mostra è promossa dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici per le province di Cagliari e Oristano.

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