Se una sequenza di fotografie non è sempre il modo ideale per raccontare una storia, lo è, invece, per suggerire, aprire finestre su mondi, condensare significati nelle immagini, stimolare l’immaginazione, spronare il desiderio di conoscenza e di approfondimento. Un buon reportage ti lascia nella mente i volti, gli occhi, i colori dei posti ritratti. Esso sprigiona una sorta di potere inconscio, spinge al viaggio, tanto fisico quanto mentale, di tipo tutto intellettuale, foto dopo foto si attraversano i luoghi, si prende parte alla realtà dei luoghi.
Ed ecco che mentre scrivo torno dalla Bosnia, o meglio, non mi sono mai mosso dal tavolo di casa mia ma con la mente, scorrendo le immagini di tre fotoreporter, Luca Marinari, Francesco Zoppi, Davide Castagnola, entro nei luoghi, partecipo allo spirito di una nazione fissato nelle immagini dei tre testimoni ‘obiettivi‘.
Il buon reportage ha questa qualità ed indubbiamente con stili diversi, con differente volontà di ricerca, i tre fotografi hanno avuto un unico fine, fissare le tracce della Bosnia indelebilmente su foto, per portarne dietro la testimonianza di un luogo suggestivo, mortificato ancora dalle ferite della guerra, che cerca di guardare al futuro, senza dimenticare la storia passata.
Dal 9 maggio al 7 giugno 2014 sarà possibile visitare a Genova presso la Galleria Top Market la mostra fotografica “Bosnia: Tre storie per raccontare una terra“, nella quale saranno presentati i lavori dei tre fotografi.
Luca Marinari viaggia inseguendo i giovani con una tecnica analoga a quella dei paesaggisti americani, mostra la normalità che si scorge con la coda dell’occhio, fatta di couch surfing, di nottate nella cosmopolita Sarajevo, di gite fuoriporta.
Francesco Zoppi, al contrario, si serve di chiaroscuri, di inquadrature semplici ed intense, per rappresentare la dolorosa commemorazione dell’eccidio di Srebrenica, una straziante cerimonia che rinnova ogni anno il dolore degli uomini e delle donne che piangono i propri morti.
Infine, il lavoro di Davide Castagnola, concentrato sulla comunità di Zelenkovac, un villaggio che accoglie artisti e viaggiatori, che propone un turismo sostenibile e rispettoso, un villaggio, nell’intenzione dei fondatori, che può definirsi di pace.
Completa l’esposizione un’estratto video su Zelenkovac per meglio inquadrare quello che accade nel villaggio, la sua organizzazione e la gente virtuosa che vi abita.
Una mostra che aiuta il visitatore ad entrare in una terra non lontana da noi, che a fatica si riappropria di una dignità antica, mai totalmente mortificata dagli avvenimenti passati.
Diego Pirozzolo