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Fabrizio Plessi. Gli anni Settanta

Fabrizio Plessi, Gabbie d’acqua, 1972, 37x37x37 cm (ciascuna), Scultura oggetto in legno, perspex con un sistema di misura del peso e acqua di 24 colori diversi (monotipo)

A Milano, presso la Fondazione Mudima, dal 9 maggio al 28 giugno 2014 resterà aperta al pubblico la mostra “Fabrizio Plessi. Gli anni Settanta“, curata da Marco Meneguzzo.

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L’esposizione ripercorre la storia di un decennio dell’autore reggiano, che si è affermato nel panorama dell’arte internazionale. Plessi abbandona gli strumenti tradizionali del creare, adottando il video e l’installazione come cifra caratteristica del proprio lavoro, e scegliendo l’acqua come soggetto esclusivo di tutta la sua ricerca espressiva, di ogni suo progetto e di ogni suo singolo disegno.

Sono anni in cui Plessi progetta e crea delle videoinstallazioni rimaste famose per la storia della video-arte non solo italiana. Tra queste spiccano due lavori fondamentali: la prima, la “Gabbia d’acqua”, esposta alla Biennale di Venezia del 1972, che presenta una piramide in ferro alla cui cuspide è sospesa una gabbia cubica che contiene acqua colorata.
La seconda, “Crazy Pool” vede all’interno di una canoa in legno, allestita nella piscina vuota al piano inferiore della Fondazione Mudima, agitarsi un mare elettronico diffuso dagli schermi di televisori.

Un elemento di enorme importanza della rassegna milanese risiede nelle opere su carta intelata, tela emulsionata su legno e su carta millimetrata. Si tratta di un forte nucleo di grandi lavori progettuali, a metà tra un’ iconografia pop e il concettualismo successivo, risalenti agli anni 1969/76.

Accompagna la mostra un volume sugli anni Settanta di Fabrizio Plessi, con un saggio critico e un’intervista inedita all’artista di Marco Meneguzzo, oltre a un’antologia critica di testi del periodo.

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