È stato restaurato l’orologio del Duomo di Firenze, conosciuto come “Orologio di Paolo Uccello”, dal nome dell’artista rinascimentale a cui si deve la raffinata decorazione del quadrante nel 1433.
L’Orologio del Duomo di Firenze è unico al mondo non solo per la straordinaria collocazione e per l’affresco del quadrante ma anche perché segna l’Ora Italica, un modo di concepire il tempo che nell’antichità era chiamato “Giuliano” (da Giulio Cesare che nel 46 a.C. promulgò il calendario elaborato da Sosigene di Alessandria). All’opposto dei quadranti moderni, l’Ora Italica – anche detto tempo “dell’Ave Maria” o “all’Italiana” – fa avanzare l’unica lancetta sul quadrante in senso antiorario, e la 24° ora non è la mezzanotte ma quella del tramonto del sole, da cui inizia il conteggio delle ore. L’orologio viene dunque regolato nell’arco dell’anno in modo che l’ultima ora del giorno sia sempre quella del tramonto.
Il meccanismo originario dell’orologio fu realizzato sempre nel 1443 dall’orologiaio fiorentino Angelo di Niccolò e del suo funzionamento non si hanno notizie certe. Dopo pochi decenni dalla costruzione, il congegno ebbe bisogno di riparazioni e se ne occuparono i Della Volpaia, una famiglia di orologiai e scienziati. Nei secoli seguirono diversi interventi fino al 1688 quando l’Opera di Santa Maria del Fiore, a seguito degli studi di Galileo e Huygens, decise di sostituire il vecchio meccanismo con un nuovo dotato di pendolo. Quest’ultimo rimase in funzione fino al 1761, anno in cui l’orologiaio fiorentino Giuseppe Borgiacchi cambiò nuovamente la macchina con una nuova che è tutt’ora in funzione. In quell’occasione il quadrante di Paolo Uccello fu modificato da 24 a 12 ore e la lancetta originale fu sostituita. L’orologio fu restituito alle sue caratteristiche originali solo quaranta anni fa, grazie ad un restauro che ha portato alla luce il bellissimo quadrante e ripristinato l’antico funzionamento del meccanismo, con la lancetta che compie un giro di 24 ore a partire dal tramonto e con il movimento antiorario.
Negli ultimi anni si è reso nuovamente indispensabile un intervento di restauro che risolvesse le problematiche del meccanismo, le quali compromettevano il funzionamento dell’orologio.