Un seno dolce come grappolo d’uva, lieve e sinuoso, dai graduali toni di grigio, compresso nell’inquadratura per non lasciar fuggire lo sguardo, per tenerlo sospeso tra quei grigi, per farlo vagare sulle due plastiche, scultoree, ma morbide colline che la foto rappresenta. Un seno di una fotografia scattata da Man Ray, che seduce gli occhi e racconta la seduzione; una delle 130 opere presenti in mostra a Roma, alla Galleria Nazionale di Arte Moderna, a partire dal 5 giugno fino al 5 ottobre 2014.
Rassegna suggestiva dal titolo “La forma della seduzione. Il corpo femminile nell’arte del 900“, curata da Barbara Tommasi con la collaborazione di Flaminia Valentini, che propone un viaggio tra le sale del museo, tra le pulsioni e le ispirazioni degli artisti che hanno interpretato particolari aspetti della seduzione “convergendo verso una prospettiva deformante che ne esprime la forza travolgente e per certi aspetti eversiva”.
I curatori, nella scelta delle opere tutte provenienti dalla galleria, hanno articolato la rassegna in 5 sezioni, traendone una lettura provocatoria della seduzione stessa che, come ha osservato il sociologo francese Jean Baudrillard, non appartiene alla sfera della natura ma a quella dell’artificio e insieme del segno e del rituale.
Perché mi sono soffermato su una fotografia di Man Ray? Difficile dirlo, forse una scelta surrealista, mi girava nella mente quando ho cominciato a scrivere questo pezzo. La verità è che la mostra presenta una copiosa quantità di capolavori capaci di emozionare lo spettatore e, perché no?, anche di sedurlo.
La prima delle sezioni è dedicata alle “Belle apparenze“, dove spicca un nudo di Modigliani, dalle linee accentuate, rappresentato nella sua fiera e carnale bellezza. Il punto di vista di chi guarda l’opera è collocato allo stesso livello del corpo della modella, che quasi compresso nello spazio angusto definito dalla tela, sembra essere ad un palmo dal pittore e quindi dallo spettatore, creando una vicinanza forte tra l’osservatore ed il nudo, che conduce nel quadro, facendone apprezzare il linguaggio di Modigliani e quella sua capacità di estetizzare il corpo ed al contempo lasciargli sprigionare una incredibile forza erotica.
La seconda sezione è intitolata “Seduzione/sedizione“. Qui il nudo supera la sua forma naturalista. Gli artisti sono interessati alla continua sperimentazione, di conseguenza si assiste ad una rilettura della seduzione secondo canoni e generi nuovi che ne esaltano aspetti più propriamente legati alla sensibilità dell’autore. È il caso, per citare alcuni esempi, delle opere di marca surrealista che presentano immagini deformate della sensualità e rilette considerando la presenza dell’inconscio: opere che deformano il corpo, lo cancellano, lo mortificano, fin anche a distruggerlo.
In questa sezione, tra i tanti artisti, sono presenti opere di Carrà, Guttuso, Mirò, Capogrossi.
Uno dei principali totem della seduzione è legato ai particolari anatomici sessuali che di essa diventano il simbolo. La terza sezione “Oggetto del desiderio” affronta questo tema. Si possono, tra le tante opere, ammirare la bambola di Hans Bellmer, la donna scarpa di Salvador Dalì, l’objet mobile di Max Ernst, oggetti di uso quotidiano presentati dagli artisti nei loro sottintesi erotici.
Nella quarta sezione si riflette sull’incontro tra l’umano e l’elemento animale, rappresentato nell’approdo dei surrealisti attraverso i richiami dell’automatismo e dell’inconscio o nel simbolismo di Picasso. Le opere di questa serie sono raccolte sotto il titolo “La bella e la bestia“.
L’ultima sezione, infine, indaga il sonno, la stasi delle membra corporee che riposano e l’indubbio effetto seduttivo esercitato da esse. Un corpo sospeso, passivo e vulnerabile, un corpo che ha sempre attratto nella storia dell’arte fin dall’antichità. Il titolo di questa serie è “La bella addormentata“, presenti opere di De Chirico e Modigliani.
Diego Pirozzolo