La morte di mio fratello Abele rappresenta, in modo caleidoscopico e in una forma che programmaticamente si sottrae a qualsiasi ordine, cinquant’anni di storia europea, dal 1918 al 1968. Un quarantenne cosmopolita dalle origini dubbie e confuse cerca disperatamente, da anni, di scrivere il romanzo della propria generazione, l’opera che dia conto di tutte le sensazioni, gli eventi, le vibrazioni, le illusioni, la ferocia degli anni che hanno visto due guerre mondiali culminare nella definitiva “americanizzazione” dell’Europa. In un gran numero di scatoloni, che da anni trascina con sé, egli ha depositato – proprio come l’autore reale Gregor von Rezzori – una impressionante quantità di appunti, abbozzi, capitoli più o meno conclusi, resoconti di incontri. Una intera, magmatica realtà cartacea parallela alla realtà ufficiale della Storia, e che di quella costituisce ora l’integrazione, ora il ritratto, ora la smentita… Tra presente e passato, tra Parigi del 1968 e Vienna del 1938, passando per Amburgo, Norimberga, la Bessarabia, la Costa Azzurra, il romanzo narra, e insieme mette in scena, l’impossibilità “moderna” di narrare. Ma lo fa, appunto, narrando.
Gregor von Rezzori è nato a Cernowitz in Bucovina, allora parte dell’impero austro-ungarico, e ha vissuto a Vienna, Bucarest, Berlino, Parigi e a lungo in Italia. Dopo la seconda guerra mondiale ha iniziato un’intensa attività di romanziere. Tra le sue pubblicazioni Storie di Maghrebinia, Edipo vince a Stalingrado, Tracce nella neve, Memorie di un antisemita.
Scheda libro
Autore: Gregor von Rezzori
Titolo: La morte di mio fratello Abele
Editore: Bompiani
Collana: Grandi Tascabili
Prezzo: € 25,00
Pagine: 752
Anno: 2014