La definizione del contesto ambientale (la banlieue romana e l’umanità varia e bizzarra che la abita) conserva, almeno a tratti, una sua freschezza naif: alcune figure – penso al personaggio di Scheggia, in particolare, ma anche al povero Valerio e alle sue velleitarie ambizioni d’attore – posseggono una loro slabbrata vivezza e ben rendono il cinismo, la frustrazione, lo sconforto, l’indolenza, entro cui annaspano certi giovani d’oggi, rassegnati a un’esistenza priva di prospettive credibili.
A latitare, come spesso avviene nel cinema italiano, è il lavoro sulla sceneggiatura. Dopo un avvio promettente, la vicenda annaspa inanellando una serie di plot secondari (il salvataggio della giovane prostituta cinese; i turbamenti di Giovanna, la sorella di Valerio…) perfettamente inutili ai fini del racconto, prima di smarrirsi del tutto in uno sciapo e scombinato lieto fine. Né si possono considerare senza disagio le intenzioni di affresco generazionale che il film qua e là tira in ballo.
Il badget risicato (sembra che la pellicola sia venuta a costare appena quindicimila euro) si traduce qui in una messa in scena sciattamente amatoriale, dove gli ammicchi civettuoli a certo cinema giovanilistico e pauperistico all’ultima moda (montaggio stazzonato, uso del fuori fuoco…) suonano inevitabilmente stonati.
Nicola Rossello
Scheda film
Titolo: Spaghetti Story
Regia: Ciro De Caro
Cast: Valerio Di Benedetto, Cristian Di Sante, Sara Tosti, Rossella d’Andrea, Deng Xueying, Tsang Wei Min
Durata: 82 minuti
Genere: Commedia
Distribuzione: Distribuzione Indipendente
Uscita: 19 dicembre 2013
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