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Barbecue, il film commedia di Eric Lavaine

Una scena del film Barbecue

Eric Lavaine (un modesto artigiano che ha firmato sin qui pellicole alquanto incolori) non ha fatto altro che rispolverare le traiettorie consolidate della commedia di costume, un genere cinematografico che sta avendo in questi ultimi anni in Francia uno straordinario successo di pubblico, ma che la critica specializzata (penso ai “Cahiers du cinéma”, in particolare) ha sempre liquidato come un genere minore, di secondo o terzo rango, lontano dai confini della grande tradizione del cinema d’autore. Di fatto Barbecue non si discosta più di tanto dalle intenzioni straccamente accomodanti e concilianti delle ultime cose di un Dany Boon, laddove il modello nobile e ambizioso a cui almeno a tratti Lavaine sembra volersi ispirare (il Sautet dei grandi ritratti generazionali e di gruppo nei quali la buona società transalpina riusciva davvero a riconoscersi) appare un miraggio decisamente inavvicinabile.

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Il problema principale del film è quello della messa in scena: priva di forze, condotta secondo modalità sin troppo convenzionali e di maniera. Ma già l’impianto narrativo si riduce a essere poca cosa: un raccontino esile esile, che si limita a lavorare sul risaputo e il prevedibile, esibendo dei tratti un po’ teatrali: insistito ricorso a spazi scenici circoscritti, tesi a definire un preciso milieu sociale (interni borghesi, dimore di campagna con tanto di piscina, giardini in cui si consuma il rito del barbecue); tessuto dialogico esagitato e laborioso, inzuppato di stanco umorismo; gag spesso di grana grossa; caotico crescendo finale, dove i meccanismi tipici della commedia (colpi di scena a ripetizione) scontano una certa prevedibilità dovendo pervenire a una soluzione dei contrasti caramellosa come più non si potrebbe.

Si parla di Antoine, un cinquantenne che ha sempre condotto una vita morigerata e rigorosamente igienista – scappatelle sessuali a parte –, il quale, dopo una crisi cardiaca, decide che è giunto il momento di reinventare la propria esistenza e di godersi i piaceri della buona tavola, i vini d’annata e il dolce far niente.

Orbene, in Barbecue manca un’autentica intenzione satirica. Certo, il film non è un pamphlet e non vuole ammannirci una lezioncina morale. Ma se la messa alla berlina di uno stile di vita mediocre, le cui caratteristiche comportano la rinuncia ai semplici piaceri dell’esistenza, è condotta da Lavaine con soave cattiveria e in forme sostanzialmente assolutorie, la scoperta dell’edonismo ragionevole che Antoine abbraccia dopo l’infarto, non può non suonare stonata e stucchevole (il discorsetto che l’eroe tiene al figlio dell’amico non è che un concentrato di vieti luoghi comuni).

Lo sguardo del regista, ambiguamente indulgente e quasi complice, mai davvero mordace, si ravvisa nel trattamento che riserva al protagonista del racconto. Ma anche le figure di contorno, gli amici dell’eroe, sono disegnati con tratti caricaturali e macchiettistici, senza però alcuna acrimonia.

Nicola Rossello

Scheda film

Titolo: Barbecue
Regia: Eric Lavaine
Cast: Lambert Wilson, Franck Dubosc, Florence Foresti, Guillaume de Tonquédec, Lionel Abelanski, Jérôme Commandeur, Sophie Duez, Lysiane Meis, Valérie Crouzet
Durata:  98 minuti
Genere: Commedia
Distribuzione: Academy Two
Uscita: 11 settembre 2014

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