È dedicata a San Sebastiano la mostra che dal 5 ottobre 2014 all’ 8 marzo 2015 resterà aperta al pubblico alla Fondazione Cosso, Castello di Miradolo, a pochi chilometri da Torino.
L’esposizione, ideata e curata da Vittorio Sgarbi con la collaborazione di Antonio D’Amico, presenta capolavori provenienti da importanti musei italiani e da prestigiose collezioni estere.
Sebastiano, giovane soldato convertitosi al cristianesimo, subisce condanna a morte dall’imperatore Diocleziano. Nulla però possono le frecce: esse trafiggono il suo corpo ma non scalfiscono la sua bellezza, la sua fede, la sua integrità fisica e morale.
Affidato alle cure della pia Irene, presto Sebastiano torna fieramente a proclamare il suo credo cosicché Diocleziano lo imprigiona nuovamente, facendolo flagellare, percuotere sino alla morte e gettando, per disprezzo, il suo corpo nella Cloaca Massima.
La purezza dell’anima e l’incrollabile fede si specchiano nella sublime bellezza del giovane corpo di Sebastiano, che rimanda a quello dell’antico Apollo pagano, ma che nella figura del martire si riveste di sacralità e di una luce di eternità.
E’ proprio l’aurea di bellezza e intimo splendore che avvolge il corpo di Sebastiano ad aver catturato l’attenzione di tutti i più grandi artisti, dal Rinascimento ai giorni nostri, che si sono cimentati nella raffigurazione del santo.
In molte opere San Sebastiano è raffigurato solo, protagonista assoluto, modello dell’iconografia della bellezza e dell’integrità. Altre volte compare insieme ad altri santi, il più delle volte protettori contro la peste, in primis San Rocco, in un dialogo silente con la Madonna e il Bambino. E ancora lo si ritrova curato da Irene, in scene intime e dense di un afflato romantico che fanno leva sul senso dell’aiuto all’altro, al più debole.
Accompagna la mostra un catalogo, con saggi e schede realizzate da autorevoli studiosi.