Il celebre dipinto su tavola di Leonardo da Vinci raffigurante l’Adorazione dei Magi, iniziato nel 1481 per il monastero di San Donato a Scopeto e lasciato incompiuto, nel novembre del 2011 per un importante intervento di restauro è stato trasferito dalla Galleria degli Uffizi al Laboratorio di restauro dell’Opificio delle Pietre Dure alla Fortezza da Basso.
Ieri, martedì 23 settembre, sono stati presentati i risultati della prima fase dell’intervento di restauro.
Durante il primo anno l’opera è stata sottoposta a un’articolata serie di indagini diagnostiche per capire a fondo lo stato di conservazione del supporto ligneo (che è stato modificato dimensionalmente nel tempo) e della superficie pittorica preliminare che Leonardo aveva iniziato a comporre.
Quindi è iniziato una prima fase dell’intervento di restauro, dedicato alla parte pittorica, che si concluderà entro l’estate del prossimo anno.
A seguire, verrà effettuato il restauro del supporto ligneo, necessario per assicurare solidità alla tavola e per evitare negative ripercussioni sulla pittura.
«Ora vediamo chiaramente e in maniera inconfutabile – ha dichiarato Marco Ciatti, Soprintendente dell’Opificio delle Pietre Dure – che l’intervento di pulitura, tramite un leggero, graduale e differenziato assottigliamento dei vari materiali sovrapposti nei secoli dai vari manutentori e restauratori delle Gallerie sulla superficie, era assolutamente doveroso e tecnicamente possibile.
Come appare in maniera così evidente la superficie pittorica, anche se appena abbozzata, risulta ora libera dal pericoloso effetto di strappo dei materiali accumulatisi sopra, e le parti disegnate e ombreggiate da Leonardo emergono finalmente leggibili in maniera chiara, rendendo possibile una più approfondita lettura dei loro valori espressivi. Per esempio, le alterazioni di questi materiali aggiunti ed alterati non originali sulla bellissima figura del pensatore, o Isaia secondo la lettura iconografica di Antonio Natali, appiattita dallo sbiancamento sono scomparse con un leggerissimo trattamento di pulitura e la potenza dei volumi e dell’espressione sono immediatamente riemerse. Ma è soprattutto nella parte alta – prosegue Marco Ciatti – che la nuova lettura dell’opera si afferma prepotente, rivelando un accenno sottilissimo del colore del cielo e rendendo percepibili a occhio nudo anziché solo in infrarosso le figure dei lavoratori che sono intenti alla ricostruzione del Tempio, elemento iconologico di grande importanza, così come la zuffa di cavalli e figure umane sulla destra».
Presumibilmente, l’opera tornerà agli Uffizi entro la fine del 2015 e ad accoglierla troverà un nuovo allestimento della Sala 15 della Galleria.