La Galleria Levy di Amburgo (Germania), dal 20 gennaio al 24 marzo 2015, presenta la personale di Wainer Vaccari dal titolo A volte tornano.
In esposizione trenta dipinti e venti disegni recenti in grado di rivelare un linguaggio figurativo affrancatosi dal realismo che, come scrive Belinda Grace Gardner nel testo in catalogo, oscilla fra “giochi post-impressionisti di luce-colore e matrici digitali”, fra condensazione e dissoluzione della materia.
Le opere conducono l’osservatore verso i misteriosi mondi interiori e onirici tipici dell’artista, popolati di uomini e donne, opulenti protagonisti. Accompagnati da un repertorio iconografico di recipienti, oggetti abbandonati e segnaletiche spaziali di carattere simbolico, essi coinvolgono l’osservatore, inducendolo a sondare le dimensioni e le strutture immanenti dell’esistenza umana.
In confronto pluriennale con le teorie della fisica quantistica, Vaccari ha sviluppato un particolare interesse per le invisibili interrelazioni atomiche del nostro esistere. Sul piano formale, ciò si manifesta nelle astratte e impalpabili orbite di particelle morfocromatiche – tratti minutissimi, slanci in filigrana, triangoli e quadrilateri – che danno forma a personaggi pronti a tuffarsi nelle vertiginose profondità primigenie della nostra realtà.
Accompagna la mostra un catalogo (tedesco – inglese – italiano) per i tipi di Kerber Verlag, con testi di Herwig Guratzsch e di Belinda Grace Gardner.