Francesco Guerrieri nasce nel 1931 a Borgia (Catanzaro), ma dal 1939 vive a Roma, dove completa i suoi studi classici fino alla laurea e dove successivamente orienta i suoi interessi verso l’arte seguendo corsi di formazione presso l’Académie de France de Rome e presso l’Accademia dell’Associazione Artistica Internazionale. Tra la fine degli anni Cinquanta e i primi anni Sessanta inizia la sua produzione pittorica sulla scia delle correnti dell’informale e del polimaterico. Egli sperimenta, così, la vitalità della materia attraverso il processo di semiotizzazione generato dalla manipolazione e dall’utilizzo della stessa. Già nel 1962 viene influenzato dalla fenomenologia della percezione di Merleau-Ponty, dallo strutturalismo e dal Gestaltismo (Gestaltpsychologie), per cui con le tecniche dell’olio o dell’acrilico sperimenta il campo della percezione “sia nei processi retinici che in quelli più complessi e organizzati” e realizza quelle geometrie strutturali che egli chiama ‘Strutture continue’, ‘Strutture visive’ o ‘Strutture significanti’. Si tratta di tele nelle quali utilizza solo strisce di tre colori: il rosso, il bianco e il nero. Ad esse egli dà nomi molto significativi: Continuità, Ritmo, Ritmostruttura, Ritmostruttura con variazioni ondulari. C’è una tendenza all’azzeramento concettuale di ogni significante sia iconografico sia individuale-stilistico, attraverso una modalità ripetuta quasi sempre uguale, ma non abbastanza da far disperdere una coinvolgente sensazione ondulovibropulsante.
[Per approfondimenti: Sinestesia e comprensione dell’arte. Riflessioni sulla pittura di Francesco Guerrieri ]