È stata riaperta al pubblico, venerdì 20 marzo, la Villa dei Misteri di Pompei, dopo gli interventi di restauro, iniziati nel maggio del 2013, che hanno interessato tutti gli apparati decorativi, mosaici e pitture degli oltre 70 ambienti della Villa.
I lavori, finanziati con fondi ordinari della Soprintendenza Speciale per Pompei, Ercolano e Stabia per un importo di circa 900.000 euro, sono stati organizzati in lotti per consentire la visita del pubblico nelle aree non interessate dal cantiere, evitando così che un edificio tanto importante non fosse fruibile per un periodo molto lungo.
Alla cerimonia di riapertura della Villa era presente anche il Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo Dario Franceschini. «Registro con soddisfazione e orgoglio che ci sono miglioramenti molto importanti nello stato di conservazione dell’intero sito archeologico di Pompei e nella sua gestione – ha dichiarato il Ministro -. Nell’ultimo anno, grazie al forte impegno della Soprintendenza e della Direzione del Grande Progetto, l’Italia ha compiuto sforzi considerevoli. Come recentemente riconosciuto dall’Unesco i risultati sono ‘tangibili e significativi’ dal momento che sono state eseguite sostanziali opere di restauro, principalmente nel contesto del Grande Progetto Pompei ma anche nell’ambito del programma di manutenzione ordinaria. Tutto questo è stato possibile grazie a un lavoro intenso, scrupoloso e metodico. Ci aspettiamo ancora grandi frutti – ha concluso il Ministro – dall’opera appassionata e capace di chi è quotidianamente al lavoro sul pieno recupero degli scavi, ma il bilancio di quest’anno è positivo: c’è stato un vero e proprio cambio di passo e questo ci fa guardare con ottimismo alla rinascita di Pompei».
Scoperta parzialmente nel 1909-1910 e compiutamente nel 1929-1930 ad opera di Amedeo Maiuri, la Villa è un esempio mirabile di commistione tra villa d’otium e villa rustica, appartenuta forse alla famiglia degli Istacidii, fra le più importanti della Pompei di età augustea.
Presenta, secondo gli studi più aggiornati, un impianto architettonico risalente al I secolo a.C. con successive trasformazioni fino al momento dell’eruzione (79 d.C.). L’odierno assetto della Villa si deve agli interventi che hanno avuto luogo in seguito al terremoto del 62 d.C., quando si avviò la conversione dell’edificio da villa residenziale a complesso agricolo e produttivo (vino). Al momento dell’eruzione del 79 d.C., erano in corso lavori di adeguamento della struttura da parte dell’ultimo proprietario.
I lavori, ora conclusi, sono stati preceduti da una campagna di indagine preliminare, volta all’identificazione e caratterizzazione dei materiali (elementi che compongono i dipinti, malte utilizzate per gli strati preparatori, elementi costitutivi dei pigmenti), delle tecniche pittoriche, della natura delle alterazioni cromatiche e delle incrostazioni prodottesi negli anni, studiando il manufatto antico attraverso il confronto nel tempo delle immagini dei decori.
Interventi di consolidamento hanno interessato tutti gli intonaci e i pavimenti con tessere, in cocciopesto e lavapesto.
La conservazione delle pitture è stato il principale obiettivo degli interventi. I restauri hanno interessato anche il noto ciclo di pitture che ha reso famosa la Villa dei Misteri, sul quale in via innovativa è stata applicata una tecnologia d’avanguardia di pulitura mediante strumentazione laser.