Alla Pinacoteca Giovanni e Marella Agnelli di Torino dal 17 marzo al 28 giugno 2015 è esposto lo straordinario dipinto di Raffaello La Madonna del Divino amore, con i disegni e gli schizzi preparatori del maestro urbinate, provenienti dall’Albertina di Vienna e dal museo delle Belle Arti di Lille.
Il dipinto proviene dal Museo di Capodimonte di Napoli presso i cui laboratori è stato curato l’intervento di restauro. «Siamo contenti – dichiara a tal proposito Fabrizio Vona, già Soprintendente del Polo museale di Napoli – di presentare proprio qui in Pinacoteca i risultati di un importante restauro e campagna diagnostica che hanno dimostrato definitivamente che il concetto dell’opera è di Raffaello».
“[…] vedendosi nel viso della Nostra Donna una divinità e ne la attitudine una modestia che non è possibile migliorarla“: così Giorgio Vasari citava con molta passione e termini ammirativi, nella Vita di Raffaello (1550), l’opera fra le più belle del periodo romano del maestro, eseguita per Leonello Pio da Carpi signore di Meldola e passata poi in possesso del cardinale Rodolfo, suo figlio.
La descrizione del dipinto fatta da Vasari già metteva l’accento sul carattere devoto della rappresentazione e sul delicato scambio di affetti che la anima.
Il gruppo della Sacra Famiglia – spiega una delle curatrice del Museo di Capodimonte Marina Santucci – con il San Giovannino nella sua semplicità e nella poetica degli affetti, è diventato un simbolo dell’iconografia cristiana.
Come tutte le grandi opere d’arte ha vari livelli di lettura; e così si può entrare in relazione con i massimi esponenti della pittura e della cultura dell’Umanesimo e del Rinascimento, pur mantenendo un forte impatto emotivo. Questo dipinto è sempre stato messo in relazione con il dipinto della Santa Cecilia in Estasi che si trova alla Pinacoteca di Bologna, per il senso di religiosità che esprime e che in qualche modo è collegato ai fermenti religiosi che attraversarono la chiesa prima della pubblicazione delle tesi di Lutero del 1517.
La mostra, curata da Marco Palmieri, è organizzata dalla Pinacoteca Giovanni e Marella Agnelli e dalla Soprintendenza speciale per il PSAE e per il Polo Museale della città di Napoli e della Reggia di Caserta ed è accompagnata da un catalogo è edito da Corraini.