Regista eclettico, capace di svariare con bella disinvoltura dal dramma intimista al noir, dalla commedia brillante al film storico o a quello operistico, Benoit Jacquot ricopre, dopo un mezzo secolo di onorata carriera, una posizione defilata, marginale all’interno del cinema francese d’autore. Eppure c’era chi, negli anni Ottanta, vedeva in lui uno dei principali eredi della Nouvelle Vague e accostava il suo nome a quello di gente di tutto rispetto: Assayas, Téchiné, Garrel, Doillon, Eustache. Poche, pochissime le sue pellicole arrivate sugli schermi italiani: varrà la pena di ricordare almeno Sade, del 2000, una rievocazione accattivante e furbesca dei giorni del Terrore rivissuta attraverso gli occhi del Divin Marchese. Distratta la considerazione che anche in passato la critica nostrana ha riservato al cineasta, benché l’eleganza schiva e beffarda e il gelido rigore della sua produzione meritassero sicuramente attenzione e interesse.
Presentata all’ultimo festival di Venezia, Tre cuori è una pellicola imbastita su un accumulo di elementi di chiara matrice romantica e mélo: l’incontro tra lui e lei vissuto come un momento magico, un’esperienza quasi onirica (la lunga scena che apre il film con Marc e Sylvie che, dopo essersi conosciuti, vagano per tutta la notte lungo le strade di una piccola città di provincia in attesa del treno che all’alba porterà l’uomo a Parigi); i meccanismi infausti e ironici del destino, contro cui i personaggi ingaggiano una lotta votata al fallimento; il ricordo affliggente dell’amore perduto; il riemergere inatteso e lacerante di un passato che si credeva di aver esorcizzato; la tensione del desiderio verso l’oggetto irraggiungibile; gli ostacoli dettati dalle convenzioni sociali; la passione sublime che, non trovando appagamento, trascina fatalmente alla rovina… L’elemento tragico, nel film, è già percepibile nella partitura musicale giocata su coloriture ossessive, cupe, angosciose; o ancora nel tono amaro della voce fuori campo che sorge all’improvviso, verso la fine del racconto, a parlare dello scorrere ineluttabile del tempo e del vertiginoso succedersi degli eventi a cui gli eroi dovranno soccombere.
Il richiamo, che qualcuno ha fatto, alla densità romanzesca del cinema di Truffaut è certamente giustificato, così come lo sguardo acuminato con cui Jacquot rende le scene di vita borghese e provinciale non possono non richiamare alla memoria la lezione di certo Chabrol.
Ma Tre cuori resta soprattutto un film di attori e di personaggi. Benoit Poelvoorde disegna qui, in sottrazione, un ruolo assai lontano dalle sue corde abituali, dando voce a un eroe smunto, un uomo medio (non mediocre), graziato (e un senso di fatalità dolorosa è già insito nella sua stessa goffaggine), fragile e insicuro, bisognoso di certezze affettive (accetterà di sposare Sophie perché la donna rappresenta ai suoi occhi la stabilità coniugale), ma incapace di placare o contenere il disordine della passione. Nella sua mitezza di impiegato probo e coscienzioso (ma l’accanimento con cui si batte contro il sindaco corrotto sembra dettato, prima ancora che da spirito di giustizia, dall’urgenza di dare ordine al caos in cui è precipitata la sua esistenza), Marc appare privo della forza necessaria per far fronte alle avversità della vita, e questo farà di lui, inevitabilmente, una vittima sacrificale.
Se il punto di vista adottato è quello del protagonista maschile, le due figure femminili del film, Sylvie e Sophie, vengono a svolgere due ruoli diametralmente opposti. La prima, una giovane donna ombrosa e inquieta, è l’immagine stessa della dimensione precaria di ogni rapporto affettivo: è il femminile dal fascino misterioso e sfuggente (e distruttivo), da cui il protagonista non potrà non lasciarsi ammaliare. L’altra, con la sua dolcezza quieta e solare, è una figura rassicurante, materna, presso cui Marc cercherà rifugio illudendosi di acquietare i propri tormenti interiori.
Nicola Rossello
Scheda film
Titolo: Tre cuori
Regia: Benoit Jacquot
Cast: Benoit Poelvoorde, Charlotte Gainsbourg, Chiara Mastroianni, Catherine Deneuve.
Genere: Drammatico
Durata: 106 minuti
Distribuzione: BIM Distribuzione
Uscita: 6 novembre 2014
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