HomeIn primo pianoPiero di Cosimo (1462-1522), mostra alla Galleria degli Uffizi di Firenze

Piero di Cosimo (1462-1522), mostra alla Galleria degli Uffizi di Firenze

Piero di Cosimo, La costruzione di un edificio, 1490 circa, Tavola Sarasota (FL), The John and Mable Ringling Museum of Art
Piero di Cosimo, La costruzione di un edificio, 1490 circa, Tavola
Sarasota (FL), The John and Mable Ringling Museum of Art

È dedicata al pittore fiorentino Piero di Cosimo (1462-1522) la mostra, aperta al pubblico dal 23 giugno al  27 settembre 2015, alla Galleria degli Uffizi di Firenze.
L’esposizione ricostruisce il percorso artistico di Piero di Cosimo, a partire dalla formazione nella bottega di Cosimo Rosselli, maestro dal quale derivò fra l’altro il nome con cui divenne noto, seppure il suo vero nome fosse Piero di Lorenzo.

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Gli incontri determinanti con l’arte di Leonardo da Vinci e dei pittori fiamminghi stimolarono nel maestro la capacità di osservare la natura e la realtà circostante con incantata meraviglia, trasportandone di volta in volta frammenti nei dipinti di soggetto sacro.
Seguire le opere di Piero di Cosimo vuol dire anche addentrarsi nella storia fiorentina del Rinascimento, dall’età Laurenziana, epoca alla quale risalgono dipinti di straordinaria qualità come la Visitazione (Washington, National Gallery), eseguita per la cappella di Piero di Gino Capponi (quel Pier Capponi noto per aver difeso la città contro Carlo VIII)  nella chiesa di Santo Spirito, o il ciclo con Storie dell’Umanità primitiva, eseguito per il palazzo dei Del Pugliese, di cui sono presenti le due scene di Caccia del Metropolitan Musem di New York e la suggestiva veduta di un edificio in costruzione del museo di Sarasota.
All’epoca della Repubblica fiorentina di fra’ Girolamo Savonarola e Piero Soderini risale, fra gli altri, il dittico con le effigi di Giuliano da Sangallo e di Francesco Giamberti (Amsterdam, Rijksmuseum), mentre all’epoca della restaurazione medicea del secondo decennio del XVI secolo è riconducibile la fantasiosa tavola con Perseo che libera Andromeda (Galleria degli Uffizi), che ornava la camera nuziale di Filippo Strozzi e Clarice de’ Medici.

Le opere di Piero di Cosimo ci introducono anche al mondo colto e raffinato dei suoi committenti, i Del Pugliese, gli Strozzi, i Vespucci, che commissionarono cicli pittorici di tema mitologico per le loro dimore, nei quali il pittore raggiunse i vertici più alti nell’abilità narrativa, nella ricchezza dei dettagli, nella varietà di figure, costumi, scenari.

Fra le opere presenti in mostra spicca la tavola con la Morte di una ninfa della National Gallery di Londra, capolavoro commovente e dal soggetto ancora misterioso, che ha stimolato la fantasia di altri artisti.

Piero di Cosimo mostra affinità con Leonardo da Vinci per l’interesse verso la natura e la raffigurazione degli stati d’animo, come attesta, fra gli altri, l’intensità dei volti ridenti delle figure nel dipinto Madonna col Bambino e angeli della Fondazione Cini di Venezia.
Come Leonardo fu uno sperimentatore e questa, in un momento che segna il passaggio dalla tradizionale pittura a tempera ad uovo a quella della pittura a olio, può essere la ragione per cui diversi suoi dipinti risultano danneggiati. Antiche ridipinture nascondevano, ad esempio, il vero aspetto di una pala d’altare raffigurante il Matrimonio mistico di Santa Caterina e Santi, già ricordata da Vasari nella distrutta chiesa di San Pier Gattolini, fortunosamente riemersa in una collezione privata fiorentina. L’impegnativo restauro dell’opera, intrapreso in occasione della mostra, ha rivelato l’indiscussa appartenenza ad un unico complesso di questa tavola e della cimasa con Angeli, oggi nella National Gallery di Edimburgo; anch’essa appositamente restaurata per l’occasione, a Firenze.

La mostra, a cura di Serena Padovani, Elena Capretti, Anna Forlani Tempesti e Daniela Parenti, è accompagnata da un catalogo edito da Giunti Editore.

La mostra è stata organizzata dalla Galleria degli Uffizi (Ex Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della città di Firenze) e dalla National Gallery of Art di Washington, dove l’esposizione – seppure con varianti – è stata aperta dall’ 1 febbraio al 3 maggio 2015.

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