Presso l’ex Chiesa di San Carpoforo in zona Brera a Milano, oggi giovedì 25 giugno 2015, alle ore 21.00, andrà in scena la versione in ligua inglese dello spettacolo “Storia di Qu”, di Dario Fo e Franca Rame, ispirato a “Ah Q”, un racconto di Lu Xun (1881 – 1936) tradotto da Franca Rame e Giselda Palumbo, per la regia di Massimo Navone.
Lo spettacolo, prodotto dalla Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi e dalla Scuola di Scenografia dell’Accademia di Belle Arti di Brera, sarà poi rappresentato, in lingua italiana, presso il Piccolo Teatro Studio “Melato” da martedì 30 giugno a domenica 5 luglio 2015.
Si tratta dell’ultimo testo inedito e mai rappresentato di Dario Fo scritto con Franca Rame, che ha riunito per la sua messa in scena tanti giovani artisti provenienti da sei istituzioni formative.
Storia di Qu è un progetto che nasce con l’idea di costruire un’esperienza di collaborazione tra giovani attori, scenografi e costumisti, studenti e attori diplomati di Milano Teatro Scuola Paolo Grassi, della Scuola di Scenografia dell’Accademia di Belle Arti di Brera, dell’ Accademia dell’Arte di Arezzo. A queste istituzioni si sono poi aggiunti gli allievi musicisti di Civica Scuola di Musica Claudio Abbado – Civici corsi di Jazz, gli allievi della Civica Scuola di Cinema e di Laboratorio di Circo Quattrox4.
L’incontro di giovani artisti provenienti da diverse scuole è stato voluto in modo particolare da Dario Fo, che si è formato all’Accademia di Brera ed ha più volte insegnato alla Paolo Grassi.
Basato su un racconto del celebre poeta e scrittore cinese Lu Xun (1881- 1936), noto anche per il suo contributo alla nascita della lingua cinese moderna detta semplificata, Storia di Qu narra le peripezie di un personaggio buffone-emarginato che vive di espedienti e combina guai, un prototipo universalmente riconoscibile nelle diverse culture popolari, ’cugino’ dei nostri zanni e del nostro Arlecchino, ma capace di agire nei confronti del potere costituito con la forza eversiva di un ‘fool’ shakespeariano.
In scena, oltre al protagonista Michele Bottini, un folto gruppo di artisti tra attori, acrobati, musicisti e danzatori che danno vita ad una pièce tragicomica che, attraverso il gioco dell’affabulazione e della contaminazione ironica tra elementi classici e contemporanei, fonde gli ingredienti del teatro popolare della tradizione occidentale agli echi di una Cina fantastica.