È dedicata a Luca di Paolo, uno dei protagonisti del Rinascimento nelle Marche, la mostra che dal 6 agosto all’ 1 novembre 2015 resterà aperta al pubblico al Museo Piersanti di Matelica (MC).
L’esposizione, curata da Alessandro Delpriori, presenta opere provenienti dai maggiori musei statali d’Italia e da collezioni private italiane ed estere.
Luca di Paolo è uno dei massimi protagonisti del Rinascimento dell’Appennino, tra Umbria e Marche ed è un pittore riscoperto di recente: nel dicembre del 2001 Alberto Bufali trovò gli atti di commissione e poi di pagamento per una grande pala d’altare con la Crocifissione destinata alla chiesa della Confraternita della Santa Croce a Matelica. Quel dipinto, ora conservato al Museo Piersanti, era considerato opera tipica e fondamentale di Francesco di Gentile da Fabriano, un altro pittore a cui la critica aveva affidato l’intero catalogo di Luca. Quella scoperta diede finalmente un volto artistico ad un personaggio che era conosciuto solo per via documentaria ma di cui non si conosceva alcuna opera certa.
Luca di Paolo non era solo un pittore, ma un vero e proprio legato della Signoria di Matelica, gli Ottoni, il cui palazzo quattrocentesco domina tuttora la piazza principale della città. A lui vengono affidate procure per compravendita di immobili della famiglia e per altri affari in città e fuori. A questa sua attività diplomatica affiancava anche quella di pittore.
Dall’inizio degli anni ‘60 del Quattrocento, fino all’anno della sua morte, avvenuta entro i primi giorni del 1491, Luca svolge un percorso stilistico personale e quasi isolato nel panorama della Regione, ma senz’altro di qualità. Le sue prime opere sono incentrate ancora sul ricordo della ricchezza e della eleganza di Gentile da Fabriano, mediate forse attraverso l’insegnamento di un altro pittore locale, il Maestro di Staffolo, che potrebbe essere stato il maestro di Luca. Quel mondo è però sempre sostenuto da un’espressività graffiante, quasi grottesca e da un utilizzo dei materiali preziosi davvero straordinario. L’oro e l’argento sono usati a profusione nelle sue opere per la creazione di opere dall’impatto davvero sorprendente.
L’incontro con Niccolò di Liberatore, presente a San Severino Marche nel 1468, e il lungo rapporto documentato con Lorenzo d’Alessandro permettono a Luca di dialogare con i maggiori artisti marchigiani del suo tempo e di far evolvere il suo linguaggio verso una maggiore adesione ad uno stile prospettico e maturo. L’arrivo di Crivelli in zona, attivo a lungo per Camerino, coinvolge in maniera tangente ma consapevole anche Luca di Paolo che nelle opere più tarde si concentra sulla polimatericità delle superfici, ricche di incisioni sui metalli e pastiglie a rilievo. Sembrerà un caso, ma proprio con la morte di Luca di Paolo, sarà proprio Carlo Crivelli a conquistare un’importante commissione per gli Ottoni, in un ideale passaggio di consegne.
La mostra è promossa dal Museo Piersanti e dalla Città di Matelica ed è organizzata da Civita.