Gallarate (VA) celebra il suo illustre concittadino designer Ambrogio Pozzi con una mostra allestita presso la chiesa di Sant’Antonio e aperta al pubblico dal 26 settembre al 18 ottobre 2015.
La rassegna, che giunge a tre anni dalla scomparsa, analizza per la prima volta un aspetto poco conosciuto del designer, ovvero il suo rapporto con l’Umano e il Trascendente, attraverso l’esposizione di circa ottanta opere, tra ceramiche, grafiche, dipinti e sculture provenienti dalla collezione privata della famiglia e si spinge fino ad approfondire la tematica sacra e religiosa, in un percorso cronologico che da Peccato Originale (1951), passa a Mani (1978), quindi a Deposizione (1951) fino a Omaggio a Giuda e Omaggio a Salomè (2011).
Curata da Paolo Alfredo Martinelli, Franca Cattaneo Zoerle, don Attilio Borghetti, la mostra, promossa dal Museo della Basilica di Santa Maria Assunta di Gallarate, con il patrocinio del Comune di Gallarate – Assessorato alla Cultura, è parte integrante del programma di Officina Contemporanea [OC] – Sistema Culturale Urbano.
Il percorso espositivo spazia dalla ceramica ai legni, dalla grafica ai cristalli, affiancati dai suoi schizzi di progetto. Quello che ne risulta è l’immagine di un Pozzi ironico e quasi graffiante quando si confronta col tema dell’Umano, come testimoniano i lavori Figure con animali (2002), Viso Mediterraneo (2005) o Diabolik (2009), che fa spazio a uno spirito onirico e sognatore allorquando si confronta con il Trascendente, come nel cristallo Selenik (della serie I Lunoidi, 1987), in Presenze (2006), Sciamano Bianco e Sciamano Nero (2006) e ancora negli ultimi pezzi in legno Sciamano Rosso e Sciamano Nero (2011), dove all’interno dei profili, soggetto classico e inconfondibile del suo operare, campeggiano e volano figure fantastiche.