HomeIn primo pianoEccentrica Natura, frutti e ortaggi stravaganti nei dipinti di Bartolomeo Bimbi

Eccentrica Natura, frutti e ortaggi stravaganti nei dipinti di Bartolomeo Bimbi

Bartolomeo Bimbi (1648-1729), Cavolfiore del canonico Venuti e ramolaccio del podere del marchese Corsi 1706, olio su tela, cm 88 x 118, Firenze, Museo di Storia Naturale, Sezione Botanica
Bartolomeo Bimbi (1648-1729), Cavolfiore del canonico Venuti e ramolaccio del podere del marchese Corsi 1706 , olio su tela, cm 88 x 118, Firenze, Museo di Storia Naturale, Sezione Botanica

In mostra a Palazzo Madama di Torino, dal 29 gennaio all’ 11 aprile 2016, frutti e ortaggi stravaganti e bizzarri dipinti da Bartolomeo Bimbi per la famiglia Medici.

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Bartolomeo Bimbi (Firenze 1648 – 1730) fu abile pittore, maestro nel raffigurare la natura nelle sue molteplici forme. Lavorò alla corte del Granduca Cosimo III, amante delle piante e dei loro frutti, specchio della magnificenza divina, tanto da seguirne personalmente la coltivazione e la crescita. Appassionato di fruttiferi, fece arrivare nuove specie e varietà da tutto il mondo. E iniziò insieme al botanico di corte, Pier Antonio Micheli, un grande lavoro di catalogazione sistematica organizzato per specie, stagione, provenienza.

Insieme a Micheli, Bartolomeo Bimbi documentò in straordinari dipinti la diversità vegetale e colturale che tra la fine del Seicento e l’inizio del Settecento era a disposizione negli immensi terreni della corte medicea, dove si sperimentavano nuovi innesti, essenze e sementi sconosciute, come racconta Baldinucci, il biografo del Bimbi, “…sì come questo luogo era ed è ripieno di tutte le sorti di frutte, di agrumi, d’uve e fiori che finora si sono potute trovare …”.

Non solo, a corte arrivavano gli esemplari più stravaganti e bizzarri, per forma, colore, dimensioni: i protagonisti della mostra. Esemplari che venivano subito documentati su tela dal Bimbi, come racconta ancora il suo biografo: “non capitò mai frutta forestiera e stravagante che Sua Altezza Reale non la mandasse subito a farne fare il ritratto al Bimbi, per collocarsi poi in detto casino (Villa La Topaia), col dovuto e destinato ordine, al luogo suo”.

Il frutto di questo grande lavoro di catalogazione scientifica è un corpus di opere unico nel panorama pittorico italiano, annoverabile tra i vertici della pittura di natura morta dell’epoca, oggi conservato al Museo di Storia Naturale dell’Università degli studi di Firenze e al Museo della natura morta nella Villa Medicea di Poggio a Caiano, da cui provengono i 25 dipinti in mostra a Palazzo Madama.

Accanto ai dipinti, ad arricchire il percorso in mostra, con un allestimento scenografico e spettacolare nella settecentesca Sala delle Quattro Stagioni, anche una sessantina di magnifici modelli in cera raffiguranti frutti a grandezza naturale sempre provenienti dal museo universitario fiorentino. Le riproduzioni, realizzate da alcuni sapienti ceraioli come Clemente Susini, Francesco Calenzuoli, Luigi Calamai, costituiscono una collezione unica al mondo per bellezza e rigore scientifico.

A completare l’esposizione anche trenta raffigurazioni in cera provenienti dal Museo della Frutta Francesco Garner Valletti di Torino.

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