È dedicata ad Aleksandr Rodcenko, uno dei più noti esponenti dell’avanguardia russa e degli artisti più influenti del ventesimo secolo, la mostra che dal 28 febbraio all’ 8 maggio 2016 resterà aperta al pubblico a Lugano nella sede del LAC Lugano Arte e Cultura.
In esposizione oltre trecento opere tra fotografie, fotomontaggi, collage, stampe offset e costruzioni spaziali, selezionate da Olga Sviblova.
Nella mostra di Lugano la nuova visione fotografica di Aleksandr Rodcenko trova espressione nelle serie dedicate alla città di Mosca del primo ventennio del Novecento, all’architettura, alle attività ginniche e parate sportive, ai prodotti dell’industria e al lavoro, ma anche alle fotografie di stampo giornalistico che negli anni Trenta celebrano le imprese del regime stalinista.
Nelle immagini della capitale sovietica si manifesta il desiderio di sottolineare la modernità e vitalità della città all’indomani della Rivoluzione d’ottobre. Le fotografie dedicate a ginnasti e alle parate raffigurano gli uomini e le donne che incarnano lo spirito dei nuovi tempi. Nei loro gesti atletici, nella sincronia dei movimenti si manifestano spirito dinamico e una nuova coesione sociale. I prodotti dell’industria sono rappresentati così da esaltarne l’uniformità e la serialità apparentemente infinita, espressione di una nuova epoca tecnologica e di nuove prospettive di benessere.
Completano il percorso espositivo tre Costruzioni spaziali: sculture aeree ideate fra 1920 e 1921, fra le prime espressioni dell’estetica costruttivista. Si tratta di oggetti ottenuti attraverso l’applicazione di un principio compositivo essenziale; ogni scutura si compone di sagome geometriche, ovali, esagoni, quadrati, progressivamente più piccoli, ritagliate da uno stesso foglio di metallo o di compensato. Tali opere mettono in luce un ulteriore aspetto della creatività di Aleksandr Rodcenko e riflettono il desiderio di applicare anche all’arte l’essenzialità e la ripetitività dei principi alla base della produzione industriale.
La mostra è accompagnata da un catalogo edito da Skira che comprende circa 250 immagini, i testi della curatrice Olga Sviblova, di Varvara Rodčenko, figlia dell’artista, del nipote Alexander Lavrentiev, e uno scritto dello stesso Aleksandr Rodcenko.