Ventidue progetti e le loro storie costruiscono la mostra “Pier Luigi Nervi. Architetture per lo Sport“, aperta dal 5 febbraio al 2 ottobre 2016 al MAXXI di Roma.
L’esposizione, a cura di Micaela Antonucci, Annalisa Trentin e Tomaso Trombetti, comprende oltre 100 tra fotografie, disegni originali, documenti provenienti dal ricco patrimonio dell’Archivio Pier Luigi Nervi, che fa parte della collezione MAXXI Architettura, presentati insieme ai quattro modelli degli stadi di Firenze, Roma, Swindon e Kuwait realizzati dal LaMo e dal LaMoViDA (Laboratorio Modelli di Architettura e Laboratorio di Modellazione e Visualizzazione Digitale per l’Architettura) dell’Università di Bologna.
Organizzata secondo una successione cronologica, la mostra raccoglie le opere in tre sezioni: Sperimentazioni e innovazioni (1929/49), Campione del cemento (1950/60), Dall’Italia al mondo (1961/79), con una particolare attenzione agli stadi per il calcio.
Il percorso si apre con una successione di pannelli fotografici su cui vengono riportati i principali progetti di Pier Luigi Nervi dedicati a impianti sportivi, gli stessi pannelli che erano attaccati alle pareti dello Studio Nervi al fine di illustrare il suo lavoro ai committenti pubblici e privati: tra questi anche due ingrandimenti dei francobolli realizzati nel 1960 in occasione delle Olimpiadi di Roma con il Palazzo e il Palazzetto dello Sport.
La prima sezione della mostra Sperimentazioni e innovazioni (1929/49) racconta il processo che ha portato alla realizzazione dell’innovativo metodo costruttivo dell’ingegnere, in cui spicca il progetto dello stadio fiorentino Giovanni Berta (1929 – 32), punto di partenza di una sistematica ricerca tecnica e progettuale e svolta cruciale che lo proiettò nel dibattito architettonico italiano e internazionale.
Ma sono gli anni del secondo dopoguerra – quelli affrontati nella sezione Campione del cemento (1950/60) – che sanciscono il successo di Pier Luigi Nervi con una serie di opere in cui l’invenzione formale è strettamente connessa alla capacità costruttiva; tra queste lo stabilimento balneare Kursaal al Lido di Ostia (1950) simbolo della rinascita degli anni Sessanta con il suo iconico trampolino, e le opere realizzate per le Olimpiadi di Roma del 1960: il Palazzo dello Sport, il Palazzetto dello Sport e lo Stadio Flaminio.
Insieme ai progetti è esposto anche un interessante album fotografico, l’Album 19, che contiene una vastissima collezione di provini: da chiese gotiche e rinascimentali a macchine da scrivere, da studi ottici a fusoliere di aerei, immagini che servivano a Nervi come suggestione e spunti di studio.
L’ultima parte della mostra, Dall’Italia al mondo (1961/79), comprende soprattutto progetti realizzati all’estero, dall’Europa agli Stati Uniti, dal Sudamerica al Sudafrica, dall’India al Medio Oriente tra cui il Good Hope Center di Cape Town -Sud Africa (1964 – 80) una delle opere internazionali più significative dello Studio Nervi sia per le dimensioni e le caratteristiche tecniche – all’epoca si tratta della cupola di cemento più grande al mondo – sia per il suo significato politico e simbolico – si tratta infatti del primo impianto sportivo multirazziale realizzato in piena apartheid, che non prevedeva percorsi separati tra bianchi e neri.
Al centro della sala una proiezione su uno schermo tondo fissato al soffitto mostra tre straordinarie cupole “plissettate” o “nervate” realizzate da Nervi che sono diventate nel corso della sua carriera una cifra stilistica unica, la sua “firma architettonica” in Italia e nel mondo: il Palazzetto dello Sport a Roma (1956 – 59), il Palazzo dello Sport all’EUR (1955 – 59) e il Cultural and Convention Center a Norfolk, Virginia USA (1965 – 71).
Arricchisce la mostra anche una sezione tutta dedicata alle fotoschede dell’Archivio Nervi.
Delle oltre 4000, parte della collezione del Centro Archivi MAXXI Architettura, 631 sono relative a progetti di impianti sportivi e vengono esposte in riproduzione e disponibili per la consultazione, accanto a una selezione di originali.
Viene esposto anche uno speciale modello in plexiglass del Palazzetto dello Sport realizzato da due studenti dell’ISIA (Istituto Superiore per le Industrie Artistiche – Roma) Aureliano Capri e Elettra Renzi, per rendere evidente il sistema di scarico a terra delle forze pensato da Nervi per l’edificio.
Questo modello costituisce l’elemento centrale di una serie di visite guidate dedicate all’opera di Nervi che comprendono anche un percorso “tattile” pensato per persone cieche e ipovedenti.