Vengono presentati in una mostra a Firenze, a Palazzo Medici Riccardi, aperta al pubblico dal 12 maggio al 24 luglio 2016, i documenti più rilevanti dell’Archivio Vasari contenente le lettere che Michelangelo Buonarroti (1475 – 1564) scrisse a Giorgio Vasari (1511 – 1574).
L’occasione è offerta dal restauro di un significativo nucleo di lettere del grande artista e dalla digitalizzazione dell’intero Archivio, conservato ad Arezzo presso il Museo Casa Vasari. Interventi promossi e diretti dalla Soprintendenza Archivistica e Bibliografica della Toscana.
La mostra Michelangelo e Vasari, a cura di Elena Capretti e Sergio Risaliti, ha il suo fulcro proprio nelle lettere inviate fra il 1550 e il 1557 da Michelangelo a Roma a “Messer Giorgio amico caro” in Firenze, che ci consentono di avvicinare un Buonarroti anziano, prossimo alla morte, che si confronta con le proprie debolezze, gli affetti e le ultime meditazioni sull’arte e l’architettura.
Il percorso espositivo si apre con una prima sezione dedicata alla storia dell’eredità di Giorgio Vasari, del suo archivio e, più in generale, della sua memoria. Oltre a costituire fonti preziose per la storia dell’arte e della cultura del Rinascimento, queste carte rappresentano un apparato memoriale e autocelebrativo a cui Vasari consapevolmente affida la propria effigie d’artista destinato ad una fama imperitura. Svolgono la stessa funzione le disposizioni testamentarie con le quali Vasari cerca di assicurare la trasmissione ai posteri del suo patrimonio e delle sue carte. La successiva, complessa, storia della memoria vasariana viene ripercorsa nelle sue tappe fondamentali, fino agli sviluppi recenti.
La sezione seguente espone le lettere che documentano il rapporto privilegiato che Giorgio Vasari intrattiene con il suo principale committente Cosimo I de’ Medici, ma anche i sodalizi instaurati con letterati ed eruditi del tempo come Paolo Giovio, Annibal Caro, Vincenzo Borghini, Cosimo Bartoli, Pietro Bembo e Pietro Aretino.
Il percorso espositivo prosegue raccontando come nasce l’idea e la storia de Le vite de’ più eccellenti pittori, scultori, e architettori, che Vasari pubblica a Firenze in due edizioni: la prima uscita nel 1550 nei tipi di Lorenzo Torrentino e la seconda, ampliata e corredata dei ritratti incisi degli artisti, edita dai Giunti. Le Vite sono di fatto la prima storia dell’arte moderna, il cui culmine – formale, morale e spirituale – è rappresento da Michelangelo Buonarroti di cui il Vasari, in forza del rapporto speciale con l’artista, si ritiene erede e discepolo privilegiato.
L’ultima sezione della mostra focalizza proprio questo rapporto personale e ravvicinato tra i due artisti, una relazione amicale che intorno al 1550 si intensifica fino a diventare familiare. A documentare questa amicizia ci sono le lettere autografe inviate tra il 1550 e il 1557 da Michelangelo all’amico Giorgio. Sono anni di gloria e di sconforto, quando l’anziano Buonarroti riceve la notizia della nascita del nipote, deve affrontare la morte del fedele assistente Urbino, si vergogna degli errori commessi nel cantiere di San Pietro, immagina ancora soluzioni architettoniche audaci, si rammarica di non poter tornare a Firenze, come vorrebbero l’amico Vasari e lo stesso Cosimo I.
Le lettere contengono anche tre sonetti di Michelangelo, considerati il testamento spirituale dell’artista.
Queste tarde carte michelangiolesche, nelle quali troviamo anche alcuni disegni originali, sono un documento di eccezionale valore morale e di altissimo significato spirituale.
La mostra ” Michelangelo e Vasari. Preziose lettere all’«amico caro» dall’archivio Vasari” è realizzata con il patrocinio della Città Metropolitana, Comune di Firenze e Comune di Arezzo e in collaborazione con il Consiglio Regionale Regione Toscana, ed è organizzata da A.V.M. srl con il sostegno di Banca Ifigest.