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La pittura di genere in mostra a Firenze

Eberhard Keilhau detto Monsù Bernardo (e bottega), (Helsingør, 1624 - Roma, 1687), Venditori ambulanti, 1660 - 1680 ca., olio su tela, Firenze, Gallerie degli Uffizi, Galleria Palatina e Appartamenti Reali, depositi
Eberhard Keilhau detto Monsù Bernardo (e bottega), (Helsingør, 1624 – Roma, 1687),
Venditori ambulanti, 1660 – 1680 ca., olio su tela, Firenze, Gallerie degli Uffizi, Galleria Palatina e Appartamenti Reali, depositi

Sono circa una trentina le opere selezionate per la mostra “ Buffoni, villani e giocatori alla corte dei Medici”, aperta al pubblico dal 19 maggio all’ 11 settembre 2016 nell’Andito degli Angiolini a Palazzo Pitti di Firenze.
Provenienti per la massima parte dai depositi della Galleria Palatina e dalla Galleria delle Statue e delle Pitture (entrambe facenti parte del complesso delle Gallerie degli Uffizi creato dalla recente riforma), le opere presentano al visitatore personaggi marginali come buffoni, contadini ignoranti o grotteschi, nani e praticanti di giochi tanto leciti che illeciti.
Si tratta di scene cosiddette ‘di genere’, un universo figurativo che permetteva di illustrare diversi aspetti comici della vita sociale e di corte, temi ritenuti altrimenti bassi e privi di decoro, indegni di una pittura alta, di soggetto sacro, mitologico o storico.
Protagonisti di queste opere sono spesso personaggi realmente vissuti, cui erano demandati l’intrattenimento e lo svago dei signori.

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«Considerati alla stregua di giocattoli viventi, di meraviglie della natura degne di una Wunderkammer, ma anche accorti consiglieri dotati di speciali licenze rispetto all’etichetta  della corte, questi buffoni, nani, giocolieri – spiega Eike Schmidt, Direttore delle Gallerie degli Uffizi – spuntano dai documenti d’archivio con un’identità definita: vengono infatti ricordati per imprese (e talvolta misfatti) che li inseriscono come persone reali nella vita della corte, la cui biografia può esser tratteggiata con sapidi dettagli, e di molti si può chiarire l’alto spessore umano e culturale. La posizione dei buffoni, a metà strada tra il divertimento e la coscienza parlante  del signore, li eleva  a protagonisti di un’arte giocosa e bizzarra, che permette anche all’artista felicissime libertà espressive: e valgano da esempio i ritratti del nano Morgante di Bronzino e Valerio Cioli, i caramogi nelle Stagioni di Faustino Bocchi, il Meo Matto di Suttermans e tanti altri presenti in questa mostra, oltre alle figure silvane e occupate in strane attività che spuntano inaspettate tra le siepi del Giardino di Boboli».

La mostra, a cura di Anna Bisceglia, Matteo Ceriana e Simona Mammana, è promossa dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo con le Gallerie degli Uffizi e Firenze Musei.
Accompagna l’esposizione un catalogo edito da Sillabe.

MOSTRE

La Sapienza Università di Roma - Foto di Diego Pirozzolo
Fondazione Roma Sapienza, “Arte in luce” X edizione

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