Al Complesso del Vittoriano – Ala Brasini, a Roma, dal 5 al 31 luglio 2016 è aperta al pubblico la mostra di Fabio Ferrone Viola dal titolo “Crush – Manifesto globale”.
L’esposizione, che è parte di un progetto promosso dall’Associazione Michele Valoridà, dà il via a un ambizioso manifesto di educazione ambientale mirato a diffondere – attraverso l’arte e la creatività – una maggiore coscienza del disagio ecologico.
Il titolo della mostra “Crush” si riferisce al gesto attorno a cui ruota tutta la ricerca dell’artista, ovvero schiacciare le lattine accartocciate raccolte per strada. Da questo il termine “crushismo” coniato dallo stesso Ferrone Viola, espressione che descrive la sua particolare tecnica esecutiva per realizzare qualcosa che possa essere ancora una volta “utile”, rivestendo i “rifiuti” di una nuova dignità artistica.
Le trenta opere proposte da Fabio Ferrone Viola sono state realizzate assemblando lattine e materiali di scarto e trasformando i rifiuti in risorsa. In forte contrapposizione con la cultura “usa e getta”, il percorso espositivo si snoda attorno al concetto di recupero, che diventa denuncia contro il circolo vizioso del consumismo. Le lattine scartate e raccolte dall’artista agli angoli delle strade, manipolate e “nobilitate” dall’interpretazione creativa, acquistano così nuovi sorprendenti significati e diventano portavoce di un contenuto sociale allargato.
«Schiacciare è la forma di arte che uso per far capire il mio stato d’animo, – racconta l’artista Fabio Ferrone Viola – subendo la pressione dell’ambiente in cui viviamo ma soprattutto ricollegandolo al sottotitolo della mostra “manifesto globale” che rimanda a una dimensione più ampia e sociale. Viaggiando moltissimo per lavoro, prima di aver intrapreso la mia carriera artistica, ho potuto constatare come in tutto il mondo ci sia questa malsana usanza di gettare le cose in terra. Ho trovato lattine schiacciate ovunque – continua l’artista – e così ho cominciato a raccoglierle e metterle da parte: da New York a Parigi, dall’Asia all’Africa ho avuto modo di verificare quanto comune sia questo gesto d’inciviltà, e ho cominciato a pensare di realizzare qualcosa utilizzando questi “rifiuti” e riproporli come veicolo d’arte per lanciare uno spunto di riflessione, un messaggio di Amore (tanto è vero che molte delle mie opere riportano la parola “Love” nel titolo) che possa smuovere le coscienze e ricominciare a far apprezzare la bellezza che ci circonda».
Un monitor racconta, con immagini shock, i danni prodotti dall’inquinamento, attraverso scatti fotografici realizzati dagli allievi della Rufa (Rome University of Fine Arts) che ritraggono Roma e dintorni.
La mostra, curata da Paola Valori, è accompagnata da un catalogo edito da Gangemi Editore, che presenta un testo critico di Vittorio Sgarbi, è patrocinata dalla Regione Lazio e da Roma Capitale ed è promossa dall’Associazione Michele Valori, in collaborazione con Micro Arti Visive.