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Mobius, un film di Eric Rochant – Recensione

Un'immagine tratta dal film MobiusVent’anni dopo Storie di spie – uno dei migliori film di spionaggio dell’intera storia del cinema – Eric Rochant torna a misurarsi con i meccanismi narrativi convulsi, ambigui e volutamente oscuri tipici del thriller spionistico. Lo fa combinando il gioco tradizionale degli inganni e delle false apparenze di cui il genere si nutre da sempre, con aggiornate riflessioni sul rapporto tra politica e alta finanza, ma soprattutto dando largo risalto a un coté romantico: l’appassionata e inverosimile storia d’amore tra un’agente americana e una spia russa, entrambi impegnati, su fronti opposti, a smascherare le malefatte di un magnate del mondo degli affari. Una vicenda che, complice il dichiarato modello alto (Notorius, l’amante perduta di Alfred Hitchcock, pellicola di cui Rochant appare incapace di assimilare la sofisticata lezione di eleganza sorniona e sottile ironia sentimentale), si dipana, come di prammatica, tra scenari multinazionali lussuosi ed esotici: il Principato di Monaco, in primis, Mosca, Bruxelles, ecc.

Rochant (una carriera assai diseguale la sua) dirige con sufficiente disinvoltura, mirando a uno spettacolo fastoso, magniloquente. Gli interpreti sanno essere convincenti. E però il lavoro di messa in scena manca proprio di quella densità espressiva e di quel rigore che facevano di Storie di spie una pellicola indimenticabile.

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Nicola Rossello

Scheda film
Titolo: Mobius
Regia: Eric Rochant
Cast: Jean Dujardin, Cécile De France, Tim Roth, Emilie Dequenne
Genere: Thriller
Durata:  103 minuti
Uscita: Francia 2013

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