L’idea di realizzare una mostra dedicata ad Ardengo Soffici è nata in seguito alla donazione di un autoritratto dell’artista ed intellettuale toscano, da parte degli eredi, agli Uffizi di Firenze.
L’esposizione “Scoperte e massacri. Ardengo Soffici e le avanguardie a Firenze”, allestita nella Galleria delle Statue e delle Pitture degli Uffizi e aperta al pubblico dal 27 settembre 2016 all’ 8 gennaio 2017, pone l’attenzione in particolare sugli anni che videro Soffici, pittore, scrittore, polemista e critico d’arte, assumere un ruolo di assoluto protagonista nell’aggiornamento della cultura figurativa italiana.
È, infatti, da tempo riconosciuto che gli scritti di Ardengo Soffici pubblicati tra il primo e il secondo decennio del Novecento e le iniziative culturali da lui sostenute e organizzate (come la Prima Mostra italiana dell’Impressionismo allestita a Firenze nel 1910) costituirono un momento decisivo per lo svecchiamento e il rinnovamento dell’arte in Italia.
«Non si è tracciata, dunque, una semplice ricostruzione monografica del maestro di Rignano sull’Arno – afferma Eike D. Schmidt, Direttore delle Gallerie degli Uffizi – , ma si è andati oltre ricostruendone il discorso polemico e l’impegno intellettuale attraverso opere su cui egli aveva appuntato la sua attenzione, tra le più significative – sia in senso positivo che negativo – di una requisitoria che non conosceva mezzi termini, ma anzi si esprimeva sempre in toni fortissimi e decisivi. Non a caso il titolo della mostra riprende, praticamente alla lettera, quello della raccolta di saggi pubblicata nel 1919, in cui i giudizi trancianti dell’autore-pittore si organizzano per partiture opposte, in una netta divisione tra “scoperte” e “massacri”». E tra le stroncature, persino Raffaello e Michelangelo, oltre che Franz von Stuck e i futuristi. Tra le scoperte, invece, osannate dal Soffici, Paul Cézanne, e tra i maestri del passato la riscoperta di El Greco.
«Così come nella sua attività di critico e saggista – prosegue il Direttore delle Gallerie degli Uffizi -, anche da pittore Soffici esplora le correnti antitetiche dei suoi tempi, passando dalle esercitazioni cubiste alla copia fedele di una natura morta del doganiere Rousseau, al fregio espressionista della Stanza dei manichini nella casa di Giovanni Papini a Bulciano (1914)».
La mostra, a cura di Vincenzo Farinella e Nadia Marchioni, è accompagnata da un catalogo edito da Giunti ed è promossa dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo con le Gallerie degli Uffizi, la Galleria delle Statue e delle Pitture degli Uffizi e Firenze Musei.