Cosa fa di una pellicola come Café Society un Woody Allen “minore” (“minore”, non fallimentare), nonostante l’indubbia padronanza dei mezzi espressivi che anche in questa occasione l’autore dispiega? Perché anche qui Woody Allen rivela una grande maestria nel dirigere gli attori, nell’illuminare gli ambienti con una calda luce retrò (superba la fotografia con camera digitale di Vittorio Storaro), nel dare smalto di scrittura, eleganza, equilibrio al suo racconto. Il racconto, appunto. Una classica storia mélo: si narra di un amore romantico a cui i due giovani eroi saranno costretti a rinunciare, dolorosamente, a causa dei giochi crudeli del destino e della loro stessa incapacità di governare le incertezze del cuore. Una vicenda, filtrata come di consueto attraverso le forme lievi e argute dell’umorismo ebraico che è proprio di Allen, ma a cui lo stesso cineasta non riesce, questa volta, a conferire forza adeguata. Soprattutto perché egli finisce per disperdere la propria attenzione lungo rivoli narrativi secondari che mirano a riproporre, svogliatamente, certe sue antiche ossessioni e manie: il tema del male e dell’espiazione della colpa (il segmento – il meno convincente del film – che riguarda la carriera criminale del fratello di Bobby); l’opposizione tra lo stile di vita newyorkese e quello californiano; la famiglia ebraica come nido di affetti contraddittori… A pesare sulla pellicola è la mescolanza di troppi temi, nessuno dei quali approfondito a dovere.
L’accusa, rivolta talora a torto al regista americano, di rifare stancamente se stesso e ripetere quanto già realizzato in altre occasioni in modo migliore, ci trova questa volta concordi.
Nicola Rossello
Scheda film
Titolo: Café Society
Regia: Woody Allen
Cast: Jeannie Berlin, Steve Carell, Jesse Eisenberg, Blake Lively, Parker Posey, Kristen Stewart, Corey Stoll, Ken Stott
Genere: Commedia
Durata: 96 minuti
Distribuzione: Warner Bros
Uscita: 29 settembre 2016
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