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Ligabue in mostra al Complesso del Vittoriano di Roma

© Antonio Ligabue, Vedova nera con volatile, s.d. (1955-1956), Olio su tavola di faesite, 53x68,5 cm, Collezione privata
© Antonio Ligabue, Vedova nera con volatile, s.d. (1955-1956), Olio su tavola di faesite, 53×68,5 cm, Collezione privata

Una mostra interamente dedicata ad Antonio Ligabue è aperta al pubblico, fino all’ 8 gennaio 2017, a Roma nelle sale del Complesso del Vittoriano – Ala Brasini.
Attraverso circa 100 lavori, le tre sezioni cronologiche dell’esposizione – che corrispondono ai tre periodi in cui è suddivisa la produzione artistica dell’artista – intendono far conoscere i diversi esiti dell’opera di Ligabue nel corso della sua lunga attività, dagli anni Venti fino al 1962.

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Nato a Zurigo nel 1889, dopo tormentati e inquieti anni di vagabondaggio, nel 1919 Ligabue giunge a Gualtieri dove nel 1929 incontra Renato Marino Mazzacurati (artista della Scuola Romana e poliedrico esponente di correnti artistiche quali il cubismo, l’espressionismo e il realismo) che ne comprende l’arte genuina e gli insegna l’uso dei colori a olio, guidandolo verso la piena valorizzazione del suo talento. Con singolare slancio espressionista e con una purezza di visione tipica dello stupore di chi va scoprendo – come nell’infanzia – i segreti del mondo, Ligabue si dedica alla rappresentazione della lotta senza fine, per la sopravvivenza, di animali della foresta; si autoritrae in numerose opere cogliendo il tormento e l’amarezza che lo hanno segnato; solo talvolta pare trovare un po’ di serenità nella rappresentazione del lavoro nei campi e degli animali che tanto amava e sentiva fratelli (in particolare, i cani).

Tra gli olii esposti, Carrozza con cavalli e paesaggio svizzero (1956-1957), Tavolo con vaso di fiori (1956) e Gorilla con donna (1957-1958), accanto a sculture in bronzo come Lupo siberiano (1936).
In mostra anche una sezione dedicata alla produzione grafica con disegni e incisioni quali Mammuth (1952-1962), Sulki (1952-1962) e Autoritratto con berretto da fantino (1962) e una sezione sulla sua incredibile vicenda umana.

La mostra, posta sotto l’egida dell’Istituto per la storia del Risorgimento italiano e con il patrocinio della Regione Lazio, Roma Capitale e Fondazione Federico II Palermo, è promossa dalla Fondazione Museo Antonio Ligabue di Gualtieri e dal Comune di Gualtieri, ed è curata da Sandro Parmiggiani e da Sergio Negri, con l’organizzazione generale di Arthemisia Group e C.O.R. Creare-organizzare-realizzare.

Accompagna l’esposizione un catalogo edito da Skira.

 

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