La ricerca di un controllo dell’ambiente a qualsiasi scala di intervento progettuale, la volontà di ridefinire il futuro ruolo della società attraverso la tecnologia, lo sviluppo di nuove ipotesi per abitare il pianeta sono al centro del confronto proposto dalla mostra “ Architettura Invisibile ”.
L’esposizione è aperta al pubblico dal 19 gennaio al 26 marzo 2017 presso il Museo Carlo Bilotti – Aranciera di Villa Borghese, a Roma.
L’iniziativa nasce in una fase di approfondimento del ruolo storico assunto, lungo un arco temporale che va tra gli anni Sessanta e gli anni Settanta, dalle avanguardiearchitettoniche giapponesi che si sono ritrovate nel movimento Metabolista e in quello delle avanguardie italiane raccolte sotto il nome di Architettura Radicale.
L’esposizione, curata da Rita Elvira Adamo, mette in evidenza le affinità e le distanze tra le esperienze condotte dai due movimenti. Una molteplicità di autori di primissimo piano, che proprio a partire dalle loro pionieristiche sperimentazioni si sono affermati come protagonisti della ricerca architettonica contemporanea: Arata Isozaki, Archizoom (Andrea Branzi, Gilberto Corretti, Paolo Deganello, Massimo Morozzi, Dario e Lucia Bartolini), Kiyonori Kikutake, Kisho Kurokawa, Fumihiko Maki, Otaka Masato, Superstudio (Adolfo Natalini, Cristiano Toraldo Di Francia, Roberto Magris, Alessandro Magris, Gian Piero Frassinelli e Alessandro Poli), Kenzo Tange, UFO (Lapo Binazzi, Carlo Bachi, Patrizia Cammeo, Riccardo Foresi, Titti Maschietto, Sandro Gioli).
Le loro opere, descritte anche tramite le pubblicazioni che hanno contribuito alla definizione delle reciproche influenze tra le ricerche condotte nei due Paesi, saranno introdotte da una ricognizione sulle condizioni culturali, artistiche, sociali, politiche che hanno contribuito all’emergere di questi fenomeni. La parte centrale del percorso espositivo, della quale saranno protagonisti celebri progetti insieme a proposizioni meno note ma fortemente significative, è strutturata secondo tre ambiti tematici attraverso i quali sarà possibile leggere affinità e distanze tra le linee di ricerca documentate: Ambiente, Tecnologia, Abitare.
La parte conclusiva della mostra, simboleggiata dalla presenza di un grande elemento gonfiabile progettato dallo studio Analogique e che sarà allestito sulla terrazza del museo esclusivamente per l’esposizione, conterrà esperienze progettuali sviluppate negli ultimi anni in Giappone e in Italia e che, a vario titolo, interpretano, a cinquant’anni di distanza, gli stessi temi Ambiente, Tecnologia e Abitare elaborati delle avanguardie Metaboliste e Radicali. Di questo percorso conclusivo faranno parte opere di 2A+P/A, AlphavilleArchitects, DAP Studio, Sou Fujimoto, IAN+, Yamazaki Kentaro, Yuko Nagayama, O + H Architects, OFL Architecture, Orizzontale, Studio Wok, Tipi Studio.
La mostra Architettura Invisibile è organizzata dalla Fondazione Italia Giappone, è promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali ed è patrocinata dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, dal Consiglio Nazionale degli Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori e dall’Istituto di Cultura Giapponese – Japan Foundation.
L’evento espositivo rientra nel programma delle celebrazioni per il 150° anniversario delle relazioni tra Giappone e Italia.