Celebra Picasso la mostra dal titolo “L’intimità del genio”, aperta al pubblico fino al 17 aprile 2017 presso lo spazio espositivo di Palazzo Gil di Campobasso.
In esposizione circa 200 opere provenienti da collezioni private: grafiche, incisioni e ceramiche.
Il percorso espositivo si dirama in sette sezioni:
Le ceramiche. Nelle opere in ceramica si esprime tutta la forza della fantasia creatrice di Picasso che in un momento particolarmente felice della sua esistenza, decide di dedicarsi a questo linguaggio espressivo che scopre particolarmente congeniale alla sua vena creativa, tanto da iniziare una sperimentazione che lo accompagna per il resto della vita e che si intreccia indissolubilmente con i suoi lavori su tela, le sue sculture e la sua grafica.
Sono ben 29 le ceramiche presenti in mostra, sicuramente alcune tra le più suggestive che abbia realizzato.
Le Tricorne. Sergej Djagilev, geniale produttore e coreografo noto per aver portato in Europa i celebri Balletti Russi, volle rinnovare il repertorio della sua compagnia producendo una rappresentazione sul folklore spagnolo e diede quindi vita al balletto Le Tricorne. L’opera fu completata nel 1919 e Djagilev affidò la scenografia del balletto a Picasso. Questo lavoro è composto da 26 disegni per i costumi, 6 illustrazioni di particolari per il decoro dove si contrappongono la linearità della scenografia del balletto alla vivacità e originalità dei costumi.
Carmen. Costituita da 38 incisioni a bulino raffiguranti visi di donna e di uomo, costumi andalusi e teste di toro. Picasso realizzò La Carmen giungendo a un’ammirevole stilizzazione, per illustrare la novella di Prosper Mérimée, scritta nel 1845 e resa in seguito famosa dalla celebre opera musicale di Bizet (del 1875).
La Célestine. Composta da 66 tavole e 2 frontespizi, La Célestine prende spunto dalla tragicommedia Calisto y Melibea, ribattezzata poi con il nome della protagonista, Celestina, attribuita a Fernando de Rojas.
Le Cocu magnifique. Le Cocu magnifique (Farce en trois actes) si compone di 12 incisioni del 1968, presentate per la prima volta il 18 dicembre 1920 a Parigi al Teatro de la Maison de L’Œuvre di cui è autore Fernand Crommelynck.
Balzac. Balzacs en bas de casse et Picassos sans majuscule sono 8 litografie, che Picasso realizzò nel 1952 per una serie di ritratti di Honoré de Balzac, il padre del Realismo nella letteratura europea.
Arlecchino. A chiudere la mostra sarà invece un pezzo unico, la straordinaria litografia Arlecchino. A partire dal 1905, il blu diventa rosa nella pittura di Picasso, e insieme al cambiamento cromatico, si introduce anche quello tematico, lasciando da parte gradualmente i temi marginali o dolcificandoli, nelle scene di circo e nelle rappresentazioni della donna.
Nelle incisioni di questa serie si inseriscono anche le scene familiari, in cui si distingue la presenza di Arlecchino, elemento tratto dalla Commedia dell’Arte.
L’esposizione, curata da Stefano Cecchetto con Piernicola Maria Di Iorio, è prodotta dalla Fondazione Molise Cultura con il patrocinio della Regione Molise ed è organizzata da Arthemisia Group.