Presso l’Istituto Italiano di Cultura di New York, dal 2 febbraio al 2 marzo 2017, è in programma la mostra “Memories of Serenissima. 19th century artists in Venice”, curata da Marco Bertoli.
L’esposizione è organizzata in concomitanza con le grandi celebrazioni di Venezia alla Carnegie Hall, “Music and Arts from The Venetian Republic”, che prevedono una serie di concerti, dal 3 al 21 febbraio, dei più grandi compositori veneti.
In mostra un nucleo di dipinti provenienti da prestigiose collezioni private.
La pittura veneta dell’Ottocento e del primo Novecento, nei suoi momenti più significativi, è rappresentata attraverso le opere dei suoi maggiori interpreti. Anni particolari in cui nasce e si impone la scuola veneziana del “vero”, con paesaggi, scene di genere, ritratti, marine e luminose vedute, nelle quali i pittori hanno cercato di catturare l’atmosfera, i colori e quella particolare magia tipica di Venezia e della sua laguna.
Tra le 22 opere esposte alcune luminosissime marine realizzate da Guglielmo Ciardi, uno dei maggiori paesaggisti veneti, che, a patire dagli anni Sessanta del XIX secolo, iniziò a confrontarsi con la natura e la pittura di paesaggio en plein air. Tra gli altri spicca il dialogo luminoso tra il cielo e l’acqua della laguna veneta della veduta densa di effetti atmosferici di Pietro Fragiacomo.
In mostra alcune opere di Eugenio De Blaas, Giacomo Favretto, Luigi Nono, Alessandro Milesi ed Egisto Lancerotto che descrivono con schietto realismo la realtà sociale più umile di Venezia, fatta di poveri interni e feste popolari.
Accanto a questi pittori “veneti”, tra cui spiccano due bellissimi interni parigini di Federico Zandomeneghi, l’antologia espositiva affianca le opere di alcuni fra i maggiori interpreti della laguna; tra questi il calabrese Rubens Santoro, presente con una luminosa veduta di Venezia scelta come immagine della mostra, e il ferrarese Giovanni Boldini, che con tocchi rapidi e concisi tratteggia “Punta della Dogana”.
L’esposizione mostra una varietà di tematiche e di maniere espressive, che rende la “scuola veneziana” una delle più vivaci nel panorama italiano dell’epoca, erede fedele di una tradizione secolare, che ha fatto del colore e della luce la sua caratteristica principale.