” Gio Ponti. L’infinito blu ” è il titolo della mostra che dal 10 febbraio al 5 marzo 2017 resterà aperta al pubblico alla Triennale di Milano.
In esposizione disegni, appunti di lavorazione e fotografie che raccontano il progetto di Gio Ponti per l’Hotel Parco dei Principi di Sorrento.
La mostra presenta, infatti, da un lato, i disegni originali di Ponti, con tutti gli appunti di lavorazione, le fotografie del laboratorio dell’azienda dove l’architetto ha lavorato a fianco degli artigiani e operai, insieme alle ceramiche originali dell’epoca; dall’altro lato, dopo circa 60 anni, si potrà vedere la riproduzione fedele delle 27 maioliche, insieme agli inediti 5 decori, non utilizzati per il Parco dei Principi, ora per la prima volta realizzati dai maestri decoratori della Ceramica Francesco De Maio, che ha rilevato, nel 1990, la ex Ceramica D’Agostino, oggi Antiche Fornaci D’Agostino.
Come scrive Ponti, a proposito del progetto di Sorrento, «date a uno un quadrato di venti per venti e, benché nei secoli tutti si siano sbizzarriti con infiniti disegni, c’è sempre posto per un disegno nuovo, per un vostro disegno, non ci sarà mai l’ultimo disegno».
Ecco la modernità di Ponti: infinite possibilità di combinazioni progettuali e che tutto sia eseguito seguendo le regole del “fatto a mano”, perché solo così il disegno come il colore si rigenerano senza esaurirsi mai.
“Gio Ponti. L’infinito blu” non solo è una mostra che ricostruisce una condizione privilegiata, ma dimostra che è sempre possibile rimettere in gioco un concetto, una filosofia progettuale, a patto che le re gole siamo sempre le stesse: “nulla che non sia prima nelle mani”, e le mani sono l’espressione più diretta del pensiero.
La mostra, a cura di Aldo Colonetti e Patrizia Famiglietti, è accompagnata da un catalogo, che ospita una serie di interventi di Aldo Colonetti, Gianni De Maio, Patrizia Famiglietti, Salvatore Licitra, Lisa Licitra Ponti, Fulvio Irace, Fabrizio Mautone e, in particolare un dialogo con Gillo Dorfles, amico di Gio Ponti, con cui ha avuto un lungo sodalizio, soprattutto durante la direzione di “Domus”.
L’esposizione è stata realizzata in collaborazione con l’Archives Gio Ponti e lo CSAC, Università di Parma.