Presentato al festival di Locarno, il primo lungometraggio dello svizzero Michael Kock regge tranquillamente il confronto con le più recenti pellicole dei fratelli Dardenne, con le quali condivide modi di trattazione e di descrizione e intenzioni sociali.
Il racconto è solido, denso, è il merito indubbio di non scivolare nelle semplificazioni dimostrative e didascaliche di certo sociologismo manicheo: l’eroina (un’eccellente Margarita Breitkreiz), nella gelida determinazione con cui insegue il suo sogno di riscatto, conserva qualcosa di indisponente (i brillantini che ruba nella stanza d’albergo in cui è incaricata di fare le pulizie; la violenta aggressione alla compagna di lavoro che l’ha denunciata…), che fa di lei un personaggio per certi versi opaco e sfuggente; mentre gli uomini che attraversano il suo cammino – figuri peraltro rapaci ed equivoci – saranno capaci di mostrare, verso di lei, un’attenzione e un affetto ruvidi, ma sinceri.
La cornice ambientale in cui si svolge la vicenda (un’anonima, squallida periferia di una città tedesca) è inquadrata con precisione, venendo a definire un paesaggio gravato dal malessere economico, popolato da immigrati e marginali provenienti da Paesi differenti, che faticano non poco a capirsi tra loro ricorrendo a una babele di lingue diverse – e Marija, che ha dalla sua buone competenze linguistiche, riesce a sfruttarle per volgere a proprio vantaggio una situazione che la vede sulle prime soccombente.
La conclusione del film (l’eroina che riesce, contro tutto e contro tutti, ad aprire il suo salone da parrucchiera dando concretezza al proprio bisogno di affermazione di sé) conserva tuttavia un senso di amarezza, di desolazione, di inerzia.
Nicola Rossello
Scheda film
Titolo: Marija
Regia: Michael Kock
Cast: Margarita Breitkreiz, Georg Friedrich, Sahin Eryilmaz, Olga Dinnikova, Georges Devdariani, Dmitri Alexandrov
Durata: 100 minuti
Genere: Drammatico
Data di uscita: 2016