Gli spazi di Villa Medici, sede dell’Accademia di Francia a Roma, ospitano dal 5 maggio al 2 luglio 2017 la mostra “One day I broke a mirror” di Yoko Ono e Claire Tabouret.
Si tratta del secondo momento di Une, ciclo di mostre d’arte contemporanea dedicato a grandi artiste contemporanee, ideato dalla direttrice Muriel Mayette – Holtz e curato da Chiara Parisi.
“One day I broke a mirror” è il titolo creato da Yoko Ono per la mostra a Villa Medici, la quale esplora principalmente gli anni 1960-1970 della produzione di un’artista eclettica e multidisciplinare, tanto attiva nella scena underground newyorkese da ridefinire e rappresentare assieme al movimento Fluxus – nel solco della ricerca di John Cage – l’arte di quel periodo.
La critica verso ogni forma di guerra e l’armonia tra i popoli sono tematiche costanti nelle installazioni e nelle performance di Yoko Ono, così come il suo attivismo politico che si sublima in pura poesia, l’insofferenza per il convenzionale, l’adesione ai movimenti pacifici di protesta.
Questi e altri elementi risuonano nelle grandi tele di Claire Tabouret, nei suoi corpi imballati, corazzati, costretti. L’artista ha conquistato il riconoscimento della critica grazie alle sue tele dai colori acidi, stranianti e atemporali, le sue donne guerriere dallo sguardo risoluto, il suo esercito di bambini mascherati nell’atto di brandire delle lance luminose, a metà tra un quadro di Paolo Uccello e l’immaginario di Guerre stellari.
Claire Tabouret torna in Italia con quaranta nuove produzioni realizzate nel suo atelier di Los Angeles, dove vive e lavora.
La mostra è un confronto e un dialogo costruttivi fra due artiste di generazioni differenti – come differente è il loro processo creativo -, ma unite da un’acuta riflessione sul ruolo dell’artista, sulla condizione tra l’essere nel mondo e il ritirarsi; tra l’essere guerriera, avventuriera e conquistatrice, e il desiderio di mettersi in disparte, di osservare la realtà con discrezione. Il gioco assume un ruolo fondante perché permette a entrambe di non prendersi troppo sul serio e liberarsi di forme di costrizione sociali e accademiche. Il gioco, quindi, come forza solidale, e strumento popolare che accomuna.
Un unico catalogo, della nuova collana dedicata all’arte contemporanea edita da
Electa-Mondadori, consacra le due esposizioni con una pubblicazione, in versione italiana, francese e inglese.