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Pompei, nuovi scavi in otto aree del parco archeologico

Pompei, nuovi scavi

Nuovi tasselli per la storia di Pompei emergono da studi e ricerche negli spazi pubblici e nei luoghi di culto della città antica. Dalla primavera di quest’anno, infatti, nuovi cantieri di scavo stanno interessando 8 aree all’interno del perimetro del sito, oltre al cantiere nel suburbio meridionale.
Si tratta del Foro, dell’Insula Occidentalis, della Torre di Mercurio con le mura antiche, della  Schola Armaturarum  e delle aree sacre del Santuario di Apollo, del Foro Triangolare, del Tempio di Iside e del Santuario extraurbano del Fondo Iozzino.Di particolare rilievo nei luoghi di culto, le ricerche finalizzate a ricostruire l’aspetto del sacro e l’urbanistica della Pompei più antica.

In attesa del grande cantiere che interesserà tutti i fronti di scavo, oggetto di consolidamento e che vedrà il dissotterramento di un’intera porzione di area sepolta della Regio V, le indagini  in corso stanno portando alla luce dati significativi per la conoscenza della città antica, e che risultano altresì indispensabili per la definizione di nuove strategie di conservazione e valorizzazione.

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Tre i cantieri già avviati da metà marzo/aprile: l’Insula Occidentalis, la Torre di Mercurio e le relative mura, il Santuario del Fondo Iozzino.

L’Insula  Occidentalis corrisponde al settore ovest di Pompei, compreso tra Porta Ercolano e Porta Marina. L’area  di indagine si  concentra  nella zona  della  Regio VI, in  corrispondenza della cosiddetta Casa del Leone. Dalle prime indagini si è potuta confermare la presenza di un portico di considerevoli dimensioni posto all’esterno della linea delle mura, in relazione alla Casa del Leone, già indagato in età borbonica, del quale si erano perse le tracce in quanto parzialmente nascosto anche dal cumulo borbonico, nonché ambienti mosaicati mai esplorati. Tale scoperta fornisce nuovi elementi alla definizione del progetto urbanistico che caratterizzava questo versante della città con un sistema di case-villa a ridosso della cinta muraria, in posizione panoramica verso il mare. Le indagini sono finalizzate anche a individuare un accesso idoneo al museo di reperti organici di prossima realizzazione.

Le antiche mura nei pressi della Torre di Mercurio. In quest’area sono stati riaperti due saggi già condotti nel 1927-29  da Amedeo Maiuri, allo scopo di sondare le fasi più antiche della fortificazione della città e il suo impianto urbanistico. Particolarmente interessanti sono le tracce dei solchi delle macchine da guerra utilizzate per difesa durante l’attacco di Silla dell’89 a.C., emerse lungo il camminamento di ronda. Mentre nel luogo dell’altro saggio è venuta alla luce la fondazione della cortina a lastre di calcare di impianto greco.

Nel suburbio di Pompei, nel pieno centro della città moderna, sono riprese le indagini archeologiche nel Santuario del Fondo Iozzino. L’area, un tempo cava di estrazione del lapillo di proprietà Iozzino, indagata a più riprese a partire dal 1960, ha visto dal 2014 l’avvio di una ricerca approfondita e continuativa che ha  portato alla scoperta  di una ricca messe di offerte votive, con testimonianze epigrafiche in lingua etrusca che  hanno  gettato  nuova  luce  sulla  Pompei  arcaica,  restituendo  quello  che  al  momento  è  il  più  ricco repertorio di iscrizioni etrusche della Campania.

Da pochi giorni sono inoltre partiti i cantieri nei principali luoghi di culto all’interno di Pompei: il Santuario di Apollo, il Tempio di Iside e il Foro Triangolare. Lo studio degli spazi sacri,  grazie ad un accordo stipulato dal Parco Archeologico di Pompei con un gruppo di Università e Istituzioni, sta consentendo una lettura nuova circa l’ utilizzo di questi spazi  e le forme di frequentazione rituale in periodo arcaico e nella successiva epoca romana.

Il Santuario  di Apollo, già alla quarta campagna di scavo condotta in collaborazione con l’Università degli studi della Campania Luigi Vanvitelli, si affianca in parallelo alle ricerche che con l’Università Federico II si stanno conducendo presso il Santuario di Atena nel Foro Triangolare. Già nelle precedenti campagne era emerso un tratto di strada, presente per tutto il periodo arcaico fino a quello ellenistico, di cui si era da sempre ignorata l’esistenza in quanto scomparso nel periodo di monumentalizzazione dell’area del Foro. L’attuale scavo, invece, interessa l’area centrale del tempio, ovvero gli spazi rituali attorno all’altare. Gli studi condotti finora hanno già fornito sorprendenti elementi relativi ai momenti rituali che dal Santuario si estendevano al Foro con l’organizzazione dei giochi in onore di Apollo.

Al Foro Triangolare gli scavi si stanno concentrando in punti diversi dell’area sacra, nell’Heroon (luogo sacro di sepoltura di Ercole, mitico fondatore della città) e all’interno del portico occidentale. A ridosso di quest’area già indagata, le nuove ricerche hanno portato alla luce un grande pozzo ovale, profondo circa 4,5 m, comunicante con una cisterna  coperta da una volta a botte. Numerosissimi gli ex-voto rinvenuti nell’area, tra i quali una miriade di vasetti miniaturistici offerti alla dea Atena che qui presiedeva ai passaggi di status di fanciulle e fanciulli pompeiani.

Il Santuario di Iside fu l’unico tempio interamente ricostruito dopo il terremoto del 62 d.C. e come tale, nella sua interezza, si restituiva agli scavatori  del XVIII secolo, fornendo un modello chiaro dello spazio rituale di un tempio antico.

Anche il Foro è oggetto di campagne di scavo condotte in collaborazione con l’Università La Sapienza di Roma, che sta concentrando le ricerche sul Capitolium (Tempio di Giove) per approfondire la storia urbana di Pompei in relazione alle trasformazioni dell’area del Foro a seguito della sua monumentalizzazione nel corso del tempo. I dati appena emersi gettano luce sul cuore della Pompei pre-romana.

La Schola Armaturarum, a poco più di 100 anni dalla sua scoperta, torna ad essere scavata. Il suo carattere pubblico militare fu fin dall’inizio chiaro per via delle grandi dimensioni e della sua decorazione (i trofei all’ingresso, poi danneggiati dal bombardamento del 1943, e le figure alate e armate che decorano le pareti). Tuttavia la sua esatta destinazione, deposito di armi o scuola di formazione della gioventù pompeiana, continua a non essere chiara. Lo scavo degli ambienti retrostanti ha come obiettivo quello di  chiarire tali aspetti.

«Le attività di studio e ricerca archeologica – afferma il Direttore Generale Massimo Osanna – costituiscono la base imprescindibile delle attività di tutela e valorizzazione, in quanto solo la conoscenza approfondita del contesto archeologico può garantirne la corretta salvaguardia nel tempo. Gli scavi in corso si concluderanno entro l’estate e i numerosissimi reperti rinvenuti  saranno esposti all’Antiquarium al termine delle mostre temporanee attualmente in corso.»

MOSTRE

La Sapienza Università di Roma - Foto di Diego Pirozzolo
Fondazione Roma Sapienza, “Arte in luce” X edizione

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