Un cavallo bianco lanciato a tutta velocità; un uomo morto tra la vegetazione, nudo, con un braccio disteso. Sullo sfondo la strada si allunga verso le mura della città con sagome umane che fuggono impaurite. C’è uno scontro in atto, lo vediamo, percepiamo il movimento e la drammaticità della scena. San Giorgio centra in bocca il drago allungando la sua lancia sotto gli occhi della principessa sgomenta e speranzosa che assiste al combattimento accanto ad un albero. Non è un film, ma l’opera pittorica di un genio, Tintoretto, capace di comporre in maniera audace, con visioni instabili, inquiete, ma profondamente pervase da energia intellettuale e da un senso della scena e dello spazio da sfiorare il linguaggio cinematografico.
Un’opera che oggi è possibile ammirare insieme ad altri capolavori assoluti nella mostra “Venezia Rinascimento: Tiziano, Tintoretto, Veronese“, promossa dall’Ambasciata d’Italia a Mosca.
Il pubblico può, così, godere di 23 capolavori, provenienti da importanti istituzioni culturali italiane e russe, esposti al Museo Puškin di Mosca fino al 20 agosto 2017.
La mostra, sotto la direzione scientifica di Bernard Aikema, professore ordinario di Storia dell’Arte Moderna presso l’Università di Verona, è curata, per la parte italiana, dal dott.Thomas Dalla Costa, dottore di ricerca presso l’Università di Verona, specialista di pittura e disegno del Cinquecento veneziano, e, per la parte russa, dalla dott.ssa Victoria Markova, curatrice di pittura italiana al Museo Puškin.
L’esposizione tende ad evidenziare le differenze ed i punti di incontro tra le diverse scelte stilistiche dei grandi Maestri veneziani.
Il confronto offre al pubblico la possibilità di cogliere quel discreto filo sottile che intercorre tra gli autori. Certo, ciascuno ha la sua peculiarità e cifra stilistica: Tintoretto e Veronese si contrappongono nel loro modo di interpretare la pittura e di declinare i soggetti. In merito il Longhi, riferendosi alla Predica di Sant’Antonio ai pesci, oggi alla Galleria Borghese, scrive che Veronese sceglie “l’istante che un banco di nuvole tramuta la distesa equorea dal solito azzurro ad un insolito verde fondo“, un fenomeno dipinto che “Tintoretto avrebbe appoggiato miracolisticamente, drammaticamente” e che invece nel Veronese resta “classicamente naturale, discreto: il mondo insomma trascolora, ma non è men bello né men felice per questo“. Al di là della “frecciata” ironica, o per meglio dire della poca affinità che aveva il Longhi per Tintoretto, il suo scritto ne individua le differenze. Differenze che però non implicano necessariamente o unicamente un rapporto di rivalità o conflittualità, non solo tra i due, ma anche con Tiziano. L’operazione, portata avanti in modo brillante dai curatori della mostra, tende a mettere in discussione appunto l’assunto proprio delle presunte rivalità, cercando invece di evidenziare, attraverso un metodo comparativo, le similarità e peculiarità dello stile e del linguaggio artistico di ognuno di questi maestri.
Meravigliosi i capolavori esposti. Il pubblico di Mosca può ammirare la Salomè con la testa del Battista di Tiziano Vecellio, proveniente dalla Galleria Doria Pamphilj, apprezzando i giochi cromatici che animano la materia, la grazia e la sensualità dei volti, la sublime armonia della scena. L’opera è stata esposta in anteprima all’Ambasciata d’Italia a Mosca, suscitando un grandissimo interesse nei media e nel pubblico.
Tra i soggetti mitologici è presente il Ratto di Europa di Paolo Veronese, proveniente dalla Pinacoteca Capitolina di Roma, che, attraverso un gioco di seduzione, narra la conquista della fiducia di Europa da parte di Giove.
Tra i 23 capolavori esposti non è facile scegliere quale citare. Concludo con la Visitazione di Tintoretto, non perché sia più importante di altri, ma perché una videocartolina arrivata sul mio cellulare ha sciolto i miei dubbi. Un capolavoro di una grazia sorprendente, dalla perfetta armonia tra la natura, le figure umane e l’architettura, con un cielo mozzafiato in cui il blu fa fatica ad aprirsi un varco tra le nuvole. Ci riuscirà: una piccola porzione di cielo si colora non appena Maria incontra la cugina, compiendo il quadro e le Scritture.
La mostra nasce dall’intento dell’Ambasciata d’Italia di completare il ciclo di esposizioni dedicate all’arte rinascimentale italiana. Organizzata da Mondo Mostre, l’esposizione è accompagnata da un importante catalogo, impreziosito dai saluti del Presidente Mattarella e del Presidente Putin, i quali sottolineano l’unicità di una mostra che celebra ancora una volta il forte legame tra i due Paesi.
Diego Pirozzolo