La città di Firenze ospita, dal 2 giungo all’ 1 ottobre 2017, Ytalia, una imponente mostra collettiva sull’arte italiana contemporanea, ideata e curata da Sergio Risaliti.
L’esposizione ha il suo fulcro nella cornice di Forte di Belvedere e accoglie le opere di dodici artisti che hanno ottenuto riconoscimenti internazionali: Mario Merz (1925-2003), Giovanni Anselmo (1934), Jannis Kounellis (1936-2017), Luciano Fabro (1936-2007), Alighiero Boetti (1940-1994), Giulio Paolini (1940), Gino De Dominicis (1947-1998), Remo Salvadori (1947), Mimmo Paladino (1948), Marco Bagnoli (1949), Nunzio (1954), Domenico Bianchi (1955).
La mostra, per marcare il rapporto delle opere con il tempo presente, la storia passata, gli ambienti e i manufatti più antichi, ha delle appendici nei più importanti edifici pubblici e museali della città: Palazzo Vecchio e le Gallerie degli Uffizi, Santa Croce e il Museo Marino Marini, il Giardino di Boboli e il Museo Novecento.
Circa un centinaio di opere, esposte in alcuni dei luoghi simbolo del nostro patrimonio. L’idea di base è quella di dare vita a un vero e proprio museo del contemporaneo diffuso nel centro storico della città tra interno ed esterno, tra Medioevo e Rinascimento, tra musei e giardini, cappelle funerarie e spazi della vita politica, gallerie e studioli, chiostri e cripte, per dare continuità nella dialettica di forme e concetti alla comune koinè figurativa, quella che si è affermata entro i confini italiani nel corso di molti secoli.
Firenze, in questo caso, rafforza con Ytalia la sua immagine di città della contemporaneità dell’arte che assieme agli artisti riflette sulla storia civile e sul patrimonio artistico, sui grandi lasciti culturali del passato, sulla società attuale, sulla permanenza dei miti e delle favole, sui comuni archetipi e le differenti tradizioni iconografiche, sullo scambio tra artigianato e arte, tra le arti e le scienze, tra scienza sacra e antropologia.
Tre parole chiave – energia, pensiero, bellezza – fungono da orientamento nella ricerca dei comuni valori formali, tra assonanze e differenze concettuali, tecniche e dei materiali linguistici ed extra-linguistici. Elemento saliente è la convinzione che ognuno di questi artisti operi in una tensione di finito e infinito, con la convinzione di unire terra e cielo, dimensione antropologica e metafisica, vita e morte, conscio e inconscio, e che ogni momento o livello del processo immaginativo e creativo sia connesso nella forma, e in essa tutto si risolva compiutamente, attraverso una complessa dialettica di energia e pensiero, di mente e corporeità, di percezione terrena e intuizione trascendentale. Tensione e dialettica che si placa, però, e si sigilla in quell’irriproducibile risultato che è la bellezza formale compiuta, dove “tutto è connesso”, materia e spirito, visibile e invisibile, dentro e fuori. Bellezza che tutto dice e spiega, convoca ed evoca; bellezza come orizzonte di partenza e di approdo, dentro e fuori del tempo storico e della cronaca.
La mostra Ytalia quindi non ha un secco taglio storico ma è l’occasione per scoprire le opere in ‘connessione’ con il contesto e con le storie, nel divenire delle poetiche e del fare: dalle opere degli anni Sessanta fino a quelle realizzate site-specific di oggi.
L’esposizione, accompagnata da un catalogo pubbicato da Forma edizioni, è promossa dal Comune di Firenze ed è organizzata da Mus.e, e nasce in collaborazione con le Gallerie degli Uffizi, l’Opera di Santa Croce e il Museo Marino Marini.