È allestita a Palazzo del Tau di Pistoia, fino al 10 settembre 2017, la mostra “Marino nell’immagine di Aurelio Amendola (1968-1975)“.
L’esposizione propone una selezione di immagini dell’artista tratte dal corpus che il fotografo Aurelio Amendola dedicò a Marino Marini, scegliendo quasi sempre di ritrarlo accanto alle sue opere.
Il primo incontro tra i due risale al 1966, in occasione della grande esposizione di Marini a Palazzo Venezia a Roma.
Due anni dopo, il sodalizio artistico tra scultore e fotografo si rinnovò a Forte dei Marmi e da quel momento è continuato sino agli ultimissimi anni di vita di Marini.
Nel 1972, quelle prime immagini confluirono in un volume sulla scultura. Appartiene a questa serie una foto-icona, coglie lo scultore con un cavallo bianco sulla spiaggia di Forte dei Marmi. Amendola volle inserirla, anni dopo, anche sul catalogo della sua mostra milanese “L’occhio indiscreto”, titolo che anticipa quello del film diretto da Howard Franklin, ispirato alla figura del fotografo Arthur Fellig, conosciuto con il nome di Weegee.
Ed è proprio questa immagine che Maria Teresa Tosi, direttore della Fondazione Marini, ha scelto per aprire questa retrospettiva. Accanto ad essa compaiono il maestro nello studio di Milano o colto accanto ad alcune delle sue opere o ancora alle cave di Henraux mentre lavora alle grandi sculture in pietra.
Ad essere esposti in mostra sono soprattutto scatti dove Marini è al lavoro, ma non mancano altri dedicati alla sua quotidianità.
Quella che Palazzo del Tau propone è in realtà una doppia mostra. Da un lato una documentazione dedicata al lavoro e alla quotidianità di Marino Marini. Dall’altro, una retrospettiva di una grande pagina di fotografia, testimonianza dell’arte di un fotografo, Aurelio Amendola, che, come pochi, ha saputo raccontare l’arte, e la scultura in particolare.