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Triennale di Milano | Carlo Ramous. Scultura Architettura Città

Carlo Ramous, Panoramica delle sculture Continuità e Gesto per la libertà esposte in Piazzetta Reale a Milano nel 1974 (fotografia di Enrico Cattaneo)
Carlo Ramous, Panoramica delle sculture Continuità e Gesto per la libertà esposte in Piazzetta Reale a Milano nel 1974 (fotografia di Enrico Cattaneo)

La Triennale di Milano ospita, dal 12 luglio al 17 settembre 2017, una grande retrospettiva dedicata a Carlo Ramous (Milano, 2 giugno 1926 – 16 novembre 2003), protagonista della scultura italiana del secondo Novecento.

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Dopo una serie di operazioni che hanno portato al recupero e al restauro di un significativo nucleo di grandi sculture, in parte collocate in luoghi pubblici milanesi, questa mostra propone un affondo nell’intero percorso artistico di Carlo Ramous, mostrando tutti i passaggi della sua evoluzione stilistica e poetica: dal proficuo sodalizio con architetti e progettisti, che gli consentirono di realizzare, già nella seconda metà degli anni Cinquanta, alcuni significativi interventi scultorei applicati all’architettura religiosa e industriale, all’articolata concezione ambientale della scultura degli anni Settanta, dove abbandona le precedenti ricerche sul segno e sulla materia per dare respiro a forme geometriche che si articolano nello spazio con ardito calcolo degli equilibri. Riflettendo sui volumi plastici secondo idee già futuriste, Carlo Ramous concepisce la scultura come forma pronta a staccarsi da terra per librarsi nello spazio.

In mostra, oltre a disegni, dipinti e bozzetti preparatori, sei grandi sculture di dimensioni ambientali – tra cui Timpano e Continuità, collocate rispettivamente nel 2013 nel giardino della Triennale e nel 2017 nel Parco dell’arte dell’Idroscalo di Milano –, una selezione di sculture che copre un arco temporale che va dalla metà degli anni Cinquanta agli anni Novanta e un’importante sezione dedicata ai rapporti di Ramous con gli architetti, che hanno dato vita alle facciate di Santa Marcellina e San Giovanni Bosco e allo stabilimento di Blois.

L’esposizione, a cura di Fulvio Irace e Luca Pietro Nicoletti, è accompagnata da  un catalogo edito da Silvana Editoriale.

Carlo Ramous nasce a Milano nel 1926; frequenta il Liceo Artistico presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna, per poi continuare gli studi presso l’Accademia di Brera con Marino Marini e Giacomo Manzù, dove espone per la prima volta un’opera nel 1946. La serie delle mostre personali di rilievo, tuttavia, comincia più tardi, con mostre importanti presso la Galleria del Milione di Milano (1956), la Galleria del Cavallino di Venezia (1962) la Galleria Jolas (1971). Risale al 1962 la sua prima partecipazione con un gruppo di opere alla Biennale di Venezia, dove viene presentato da Gillo Dorfles. Vi tornerà dieci anni più tardi (1972) con una sala all’interno della rassegna Aspetti della scultura contemporanea, con uno stile completamente mutato. Ramous avvia una importante collaborazione con l’architetto Mario Tedeschi, che porta alla realizzazione delle facciate a rilievo per le chiese di Santa Marcellina a Milano e San Giovanni Bosco a Baggio, inizio di una lunga collaborazione con architetti e progettisti ben rappresentata dal monumentale intervento sullo stabilimento tipografico di Cino Del Duca progettato da Tullio Patscheider a Blois. Al contempo, la sua scultura assume presto una importante dimensione urbana, ben rappresentata dalle grandi mostre di sculture all’aperto nel centro storico di Parma nel 1972 e in Piazzetta Reale a Milano nel 1973. Una delle opere esposte allora, Gesto per la libertà, nel 1981 troverà collocazione in piazza Conciliazione a Milano, primo di una serie di monumenti collocati dall’artista in Italia e all’estero, fino alla realizzazione di Ad astra nel Chou Park a Chiba City, in Giappone (1992). Muore a Milano nel 2003.

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Fondazione Roma Sapienza, “Arte in luce” X edizione

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