È dedicata all’arte giapponese la mostra che dal 3 ottobre 2017 al 7 gennaio 2018 è aperta al pubblico a Firenze, alla Biblioteca degli Uffizi (Aula Magliabechiana).
L’esposizione, dal titolo “ Il Rinascimento giapponese. La natura nei dipinti su paravento dal XV al XVII secolo”, fa riferimento al periodo italiano dal primo Rinascimento agli inizi del Seicento.
Si tratta di una selezione di 39 grandi pitture di paesaggio e natura nel classico formato del paravento pieghevole (byōbu) e delle porte scorrevoli (fusumae). Con questa rassegna si mette in scena il periodo d’oro della produzione artistica giapponese, tra l’epoca Muromachi e l’inizio dell’epoca Edo (XV – XVII secolo), in cui emergono ideali estetici tra loro opposti, e ancora oggi riconoscibili nel paese. Da una parte, infatti, abbiamo la pittura monocroma ed evocativa, fatta di vuoti interrotti da linee essenziali e veloci, legata alla filosofia zen e alla cultura cinese: non è un caso che questo tipo di bellezza severa abbia incontrato i gusti della classe guerriera a partire già dall’epoca Kamakura, (1185–1333), e che quello stile fosse utilizzato per decorare templi e residenze di samurai. Di segno opposto è la pittura più squisitamente giapponese, con fondi oro e campiture piatte di colore su cui si stagliano delicati elementi naturali: più esplicita e narrativa, essa era adatta a decorare grandi residenze aristocratiche e borghesi, castelli e palazzi.
In mostra, paesaggi dalle atmosfere rarefatte e simboliche – di sommi artisti quali Hasegawa Tōhaku, Kaihō Yūshō, Unkoku Tōgan – si confrontano con dipinti della tradizione Kanō, rappresentanti fiori e uccelli, le quattro stagioni, luoghi divenuti celebri grazie alla letteratura e alla poesia rappresentati con colori brillanti secondo le modalità dello yamatoe. Queste gioiose atmosfere, traboccanti gratitudine per le bellezze del creato, così come i caratteri zen riconducibili all’austerità, alla povertà, all’imperfezione, all’irregolarità di forme e materiali, esprimono una concezione della natura come specchio dell’animo umano già presente da secoli e definita con il termine mono no aware, “il sentimento per le cose”. Un insegnamento prezioso e uno spunto di riflessione anche per l’Occidente, per una riconsiderazione dell’ambiente e del rapporto dell’uomo con esso.
Le opere, su carta e perciò delicatissime, vengono esposte in tre rotazioni di 13 alla volta, al fine di garantirne la conservazione dall’esposizione alla luce.
La mostra Il Rinascimento giapponese, curata, come il catalogo edito da Giunti, da Rossella Menegazzo con la collaborazione di Asaka Hiroshi, Watada Minoru, Tsutsui Tadahito, è organizzata dalla Gallerie degli Uffizi in collaborazione con l’Agenzia per gli Affari Culturali del Giappone e con il supporto dell’Ambasciata del Giappone in Italia ed è promossa dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, le Gallerie degli Uffizi, il Bunkachō (Agenzia per gli Affari Culturali del Giappone), l’Ambasciata del Giappone, l’Università degli Studi di Milano e Firenze Musei.