È dedicata a Rubaldo Merello (1872 – 1922) la mostra che dal 5 ottobre 2017 al 4 febbraio 2018 è aperta al pubblico a Palazzo Ducale di Genova.
L’esposizione, a cura di Matteo Fochessati e Gianni Franzone, tra le duecento opere selezionate, presenta 65 dipinti e circa 30 disegni dell’artista, accompagnati dalle principali testimonianze della sua attività plastica.
A contestualizzare la sua produzione artistica contribuiscono una decina di opere di Nomellini, cinque di Previati (tra cui Tramonto in Liguria, 1912, uno dei suoi capolavori liguri) e altrettante di Pellizza, oltre a dipinti di Giovanni Segantini, Vittore Grubicy, Emilio Longoni, Angelo Morbelli, Galileo Chini (tra cui i suggestivi L’ora nostalgica sul Mé-Nam, 1912-1913 e Dove riposa Segantini, 1916), Guglielmo Lori, Benvenuto Benvenuti, Adriano Baracchini Caputi, Filiberto Minozzi, Guido Cinotti.
Gli artisti liguri sono rappresentati in mostra da Giuseppe Sacheri, Eugenio Olivari, Antonio Discovolo, Domenico Guerello, Giuseppe Cominetti, Cornelio Geranzani, Alberto Helios Gagliardo e Sexto Canegallo.
La mostra è suddivisa in dodici sezioni: Grubicy e il mito di Segantini; Previati e il paesaggio ligure; Nomellini a Genova; Il mare di Nomellini; Pellizza da Volpedo. Verso il paesaggio interiore; Merello – L’ossessione del paesaggio; San Fruttuoso; Le forme dell’acqua; Merello scultore; Merello e il simbolismo; Oltre Merello.
Una sezione infine è dedicata alla rappresentazione fotografica della riviera del levante ligure, dalle vedute dei luoghi ritratti da Merello – il monte di Portofino, la baia di San Fruttuoso, Camogli, Ruta e Santa Margherita – alla costa riscoperta a cavallo tra Otto e Novecento dai pittori divisionisti italiani. Questo incantato scenario naturalistico compare negli scatti del fotografo tedesco Alfred Noack, uno dei principali protagonisti della fotografia in Liguria nella seconda metà dell’Ottocento, che documentò le riviere con la stessa rigorosa nitidezza con cui ritrasse Genova e i suoi monumenti.
Al fine di ricostruire la complessa e articolata esperienza artistica di Rubaldo Merello e il contesto entro il quale si formò, la sua ricerca pittorica è messa a confronto con quelle dei principali divisionisti italiani che l’artista genovese ebbe modo di conoscere alle Promotrici e in altre occasioni espositive o ebbe l’opportunità di incontrare, come nel caso di Nomellini.
In mostra è pure documentata l’attività plastica di Rubaldo Merello che, pur essendo meno nota, ebbe una fondamentale importanza all’interno del suo percorso artistico. Di questa sua ricerca plastica, connotata da una dimensione di arte totale, condivisa pure da altri scultori liguri del periodo, come Edoardo De Albertis e Eugenio Baroni, sono esposti in mostra alcuni rari esempi, tra i quali la statua Il dolore di oltre 2 metri di altezza e gli studi preparatori.
La mostra, curata da Matteo Fochessati e da Gianni Franzone, è organizzata da Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura e promossa dal Comune di Genova e dalla Regione Liguria. L’esposizione si avvale della collaborazione di un comitato scientifico, composto da Francesca Cagianelli, Maria Flora Giubilei, Dario Matteoni, Eleonora B. Nomellini, Elisabetta Papone, Caterina Olcese Spingardi, Sergio Rebora, Aurora Scotti, Giulio Sommariva, Alessandra Tiddia.
L’esposizione è accompagnata da un catalogo edito da Sagep che, oltre a documentare le opere esposte, propone una serie di approfondimenti sul percorso artistico di Rubaldo Merello e sulla cultura divisionista e simbolista in Italia tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento.