Il Museo del Paesaggio di Verbania Pallanza propone una doppia mostra fotografica di Niccolò Aiazzi e Giorgio Majno.
Gli scatti dei due fotografi ritraggono la poliedricità della natura incontrata durante viaggi alla ricerca del mistero del creato, in luoghi unici e magici, da proteggere e ammirare con umiltà.
Niccolò Aiazzi presenta il ciclo fotografico dedicato alla Patagonia mentre Giorgio Majno un progetto sugli alberi secolari d’Italia.
Le mostre fotografiche sono allestite presso il piano nobile di Palazzo Viani Dugnani dal 25 novembre 2017 al 14 gennaio 2018.
Niccolò Aiazzi realizza questo reportage nel febbraio 2017 durante un lungo viaggio in motocicletta realizzato in Patagonia, tra Cile e Argentina.
Aiazzi ci racconta di territori selvaggi fatti di terra, di pietra, di legno, di acqua e di ghiaccio, straordinariamente vivi, sconosciuti e carichi di poesia. Nelle sue immagini il paesaggio diventa un luogo pieno di dei, di storia, di miti, come di silenzio, un’opera d’arte creata per noi dalla natura. Luoghi fisici e metafisici, che trasmettono la forza e la potenza della natura ma allo stesso tempo la sua fragilità e i suoi limiti terreni. Paesaggi purtroppo in pericolo, che rischiano di essere distrutti o compromessi dalla civilizzazione e dall’inquinamento del mondo industrializzato. In un momento storico tristemente caratterizzato da cambiamenti climatici epocali. Ed è proprio la fondamentale coappartenenza di uomo e paesaggio a dettare uno dei precetti meno eludibili dei nostri tempi, ossia la responsabilità nei confronti dei luoghi.
Il progetto di Giorgio Majno è nato dall’amore, che condivide con la moglie Oddina, per gli alberi secolari, testimoni del tempo e della storia, esseri viventi che hanno saputo intessere un profondo rapporto di armonia con l’ambiente di cui fanno parte.
«Abbiamo viaggiato per gran parte dell’Italia alla ricerca di questi patriarchi, affascinati dalle loro caratteristiche specifiche: dimensioni eccezionali, forme uniche, resilienza, rilevanza storica – dichiara Giorgio Majno -. Ma anche attratti dal loro equilibrio dinamico, in continuo cambiamento e trasformazione e dalla forza e dalla resilienza che esprimono».
Il lavoro è presentato con foto singole, dittici, trittici e polittici, per comunicare con maggiore intensità l’altezza, l’ampiezza e la tridimensionalità di queste sculture viventi. Ogni singolo albero è un ritratto unico.